Milano

San Siro, Uguccioni (Pd): "Ci sono tutti i paletti fissati dal consiglio, ora avanti"

La capogruppo dem milanese: "Il bando rispecchia quanto è stato approvato dall’Aula a Palazzo Marino. Normale ci siano state posizioni diverse, ma c'è chi sta comodamente in maggioranza per fare opposizione...". L'intervista

di Nicolo Rubeis

San Siro, Uguccioni (Pd): "Ci sono tutti i paletti fissati dal consiglio, ora avanti"

Il bando per la vendita dello stadio di San Siro "tiene conto dei paletti fissati dal Consiglio comunale" afferma la capogruppo del Pd a Palazzo Marino Beatrice Uguccioni, che adesso, dalla riqualificazione, si aspetta "una ricaduta positiva" sul quartiere. Il percorso è stato lungo e finalmente si vede una soluzione che avvicina il traguardo: "Trovo abbastanza normale che ci siano dibattiti accesi su temi simili", spiega Uguccioni che si leva anche qualche sassolino dalle scarpe: "Ci sono esponenti di un partito a cui fa molto comodo stare in maggioranza per fare opposizione…". Ad ogni modo "è giusto andare avanti" con la pubblicazione dell'avviso pubblico: "Poi si è parlato molto dei costi, anche a sproposito".

Uguccioni, siete contenti del percorso che si sta avviando?

L'avviso pubblico riprende quelli che sono stati i paletti indicati dal Consiglio comunale, in particolare dalla maggioranza, con documenti strategici che sono stati approvati in Aula nel 2019, nel 2022 e nel 2024. Paletti che chiedevano una serie di tutele a partire dal verde, dal numero di posti e dal contenimento delle volumetrie. Tutti elementi che sono stati inseriti, compreso il fatto che il bando deve essere aperto a tutte le proposte migliorative che possono arrivare non solo dalle squadre.

Quindi anche il Consiglio comunale si può dire soddisfatto?

Il percorso è stato molto articolato e a volte anche accidentato. Le squadre hanno voluto prendersi del tempo per fare le loro valutazioni, e l’amministrazione ha legittimamente fatto le proprie considerazioni su tutto il percorso. Se si guarda oggettivamente, e non strumentalmente, al punto in cui siamo arrivati, con la realizzazione di un nuovo impianto e la rifunzionalizzazione dell’attuale, si può ravvisare che il bando rispecchia quanto è stato approvato dall’Aula a Palazzo Marino. C'erano posizioni diverse anche in passato, quando si discuteva della costruzione del terzo anello. I dibattiti su argomenti del genere sono abbastanza normali.

Ora c'è il tema dei costi, su cui vigilerà anche la Procura.

Sui costi si è ampiamente discusso, e a volte anche sproposito. Ci tengo a sottolineare il fatto che la valutazione dello stadio e delle aree intorno, la cosiddetta grande funzione urbana (GFU), è stata fatta dall'Agenzia delle Entrate, quindi da un ente dello Stato. A noi spetta vigilare sul rispetto delle procedure e di quelle che sono le nostre priorità, ovvero la riqualificazione e la rigenerazione delle aree, l’utilizzo delle risorse per migliorare la qualità del quartiere e il contenimento - per quanto possibile - dell’impatto ambientale. Ci deve essere una ricaduta positiva sulla zona.

Eppure, anche tra la maggioranza, c'erano posizioni più nostalgiche.

Il Meazza è sicuramente un simbolo identitario della nostra città, soprattutto per i tifosi e le tifose, ma non solo. Detto questo, nel 2025 serve uno stadio che sia completamente accessibile. Io non mi inserisco nella categoria dei super nostalgici per cui non si deve fare mai nulla. E poi ci sono esponenti di un partito a cui fa molto comodo stare in maggioranza ma per fare opposizione... Io credo che sia giusto andare avanti nella direzione attuale. Il confronto, poi, è sempre necessario, ma dopo occorre fare una sintesi.
 
Arrivare prima delle comunali avendo trovato finalmente una soluzione sullo stadio può essere una rivincita politica dopo gli ultimi mesi complicati?

Non mi piace parlare di rivincita. Non è questo il punto. Sicuramente il progetto che riguarda lo stadio e le aree limitrofe è importante per tutta la città, anche se certamente non è l'unico. Parlare di San Siro e dello Stadio attira molto l’attenzione, ma ci sono tanti altri progetti decisivi che però hanno meno visibilità mediatica. Per noi riuscire a poter chiudere la partita sullo stadio e poter dire alla città che si è avviato un progetto è sicuramente cosa non da poco. Contemporaneamente, ci sono altre azioni strategiche su cui stiamo lavorando alacremente, come l'avvio del Piano Straordinario per la casa, con la realizzazione di alloggi a canone convenzionato o la manutenzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ora sfitti e gestiti da MM per poterli rimettere a disposizione. E poi c’è sempre il tema dei servizi e degli investimenti.

Ossia?

Milano investe in mobilità – pensiamo alla nuova metropolitana - e offre un livello di servizi ai cittadini e alle cittadine molto alto, ma il governo ha abbandonato i Comuni che soffrono dei continui tagli delle risorse. Mi domando per quanto ancora città come la nostra potranno fare da sole. Quella dell’abbandono dei comuni da parte del Governo è un’altra grande partita.







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