Milano

Scala: Sala vira su Ortombina, Sovrintendente gradito a Sangiuliano

Redazione

Blitz del sindaco di Milano al cda della Scala: Sala pronto a sostenere l'attuale sovrintendente della Fenice, gradito al ministro. Ma non tutti sono contenti

Scala: Sala vira su Ortombina, Sovrintendente gradito a Sangiuliano

Il forte e recente avvicinamento di Carlo Fuortes alla direzione del Maggio fiorentino semplifica la strada verso la scelta del nuovo Sovrintendente della Scala di Milano. Ruolo per il quale l'ex presidente della Rai aveva diversi sostenitori a Roma. Tra questi non il ministro Gennaro Sangiuliano, che da tempo caldeggia invece il nome di Fortunato Ortombina. Sovrintendente e direttore artistico del Teatro La Fenice. Nome sul quale il sindaco di Milano sino a qualche tempo fa aveva manifestato qualche perplessità. Come aveva riportato Affaritaliani.it Milano, uno dei nodi sembrava essere proprio quello del doppio ruolo, al quale Ortombina non vorrebbe rinunciare. Ed ancora, la modalità irrituale con cui il ministro è parso voler imporre una scelta che spetta al cda. E quindi a Sala.

Ortombina alla Scala: perchè sì

Ora la svolta, anticipata da una cena tra Sala e Sangiuliano una decina di giorni fa: il sindaco di Milano si sarebbe presentato al cda della Scala questa mattina sostenendo la proposta di Ortombrina. Lo riferisce Dagospia. Decisivo sarebbe stato il parere positivo di Giovanni Bazoli, suocero di Sala ed influente componente del cda. A sua volta inizialmente non entusiasta di Ortombrina. Ma persuasosi di una soluzione che potrebbe riuscire ad accontentare se non tutti, molti. Ortombrina ha infatti lavorato bene alla Fenice ma ha un passato di quattro anni alla Scala. Non è inoltre un nome troppo apertamente schierato a destra o a sinistra. Ha meno di settanta anni ed è italiano. Ma l'accelerazione di Sala sembra non essere stata recepita positivamente dagli altri componenti della cda. Ed in particolare da chi stava lavorando per una proroga di Dominque Meyer, il cui mandato scade a marzo 2025. La sensazione è che l'ultima parola potrebbe non essere ancora stata scritta.







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