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Milano
Scandalo sanità, anche la Borromeo denuncia: operata male

Tangenti sanita': imprenditore non risponde al gip

Ha scelto di avvalersi della facolta' di non rispondere Tommaso Brenicci, l'imprenditore finito in carcere con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta su presunte Tangenti nella sanita' milanese. Lo ha riferito il suo legale, l'avvocato Paolo Tosoni al termine dell'interrogatorio di garanzia di ieri in carcere davanti al gip Teresa De Pascale. "E' un'indagine molto complessa - afferma l'avvocato Tosoni - probabilmente si poteva procedere con una misura meno afflittiva, come quella dei domiciliari concessa agli altri indagati".

Il legale ha aggiunto che Brenicci "chiarira' tutto", probabilmente facendosi interrogare dai pm piu' avanti. Nel frattempo iniziano a spuntare anch ei nomi di alcuni vip che sono stati operati dai medici finiti sotto accusa. E bisognava aspettarselo vista la (buona) fama che questi primari avevano ottenuto negli anni.

Il primario Calori al gip: "Nessun conflitto di interessi"

Nessun conflitto di interessi tra il mio ruolo e i rapporti con l'imprenditore Tommaso Brennici". Cosi' Giorgio Maria Calori, il primario (ora sospeso) dell'Istituto ortopedico Pini - Cto ai domiciliari per corruzione nell'inchiesta su presunte tangenti nella sanita' ,si e' difeso davanti al gip Teresa De Pascale durante l'interrogatorio di garanzia. Lo ha riferito il suo legale, Nero Dioda', al termine del confronto col magistrato, durato circa 3 ore al settimo piano del Palazzo di Giustizia. "Il mio assistito - ha affermato Dioda' - ha avuto la conferma dal gip che questa vicenda non ha nulla a che fare con la sua professionalita' e questo vale per le notizie di stampa pubblicate in questi giorni e che verranno affrontate nelle opportune sedi giudiziarie". Il riferimento del legale e' a presunti danni fisici provocati dal medico per ipotizzate negligenze ad alcuni pazienti, anche illustri.

"E' un'inchiesta che presenta delle complessita' - ha aggiunto Dioda', definendo "lungo, utile e positivo" l'interrogatorio - a cominciare dall'interpretazione delle intercettazioni che si possono prestare a diverse valutazioni, anche negative". Nel merito delle accuse, Calori "ha in qualche modo confermato i fatti oggettivi che ha descritto e ammesso, ribadendo pero' di non avere mai posto in essere atti contrari ai suoi doveri d'ufficio (come gia' aveva fatto nell'interrogatorio a cui si era sottoposto durante le indagini, ndr) e di avere sempre tenuto un comportamento corretto. Non ritiene vi sia stato alcun conflitto di interessi in relazione al suo ruolo a tempo nella struttura".

Quanto ai pagamenti ricevuti da Brennici, alle cui societa' produttrici di apparecchiature mediche avrebbe garantito un canale preferenziale, attraverso due societa' a lui riconducibili, Dioda' spiega: "Sono soldi percepiti in chiaro e dichiarati, anche questo e' un elemento di buona fede". Infine, per quanto riguarda le relazioni col magistrato in pensione ed ex sottosegretario alla Regione, Gustavo Alberto Cioppa, indagato per abuso d'ufficio e favoreggiamento,Calori ha precisato di avergli chiesto solo informazioni sulla tempistica dell'iter del progetto 'Domino' per l'introduzione di un dispositivo utile alla diagnosi delle infezioni articolari, commercializzato da Brennici. Prima di Calori e' stato sentito anche l'altro primario del Pini - Cto, Carmine Cucciniello. Uno dei sui legali, l'avvocato Giuseppe Ezio Cusumano, ha riferito che il medico "ha negato ogni addebito".

 
Beatrice Borromeo accusa Calori: costretta a girare con due stampelle e con dolori che non passavano mai

Tra i primi a raccontare di aver subito un'operazione dal primario Giorgio Calori è Beatrice Borromeo, ex modella, giornalista e conduttrice televisiva ora collaboratrice del Fatto Quotidiano. "Mi ha operato il ginocchio sinistro nel febbraio del 2016 - racconta proprio al Fatto Quotidiano - Dopo una caduta, avevo il ginocchio dolorante. Un dolore sopportabile, ma dopo tre o quattro giorni sono andata a farmi visitare all'Ortopedico Gaetano Pini. Mi è capitato il dottor Calori il quale mi ha detto che avevo il menisco lesionato in due punti e che bisognava operare con assoluta urgenza il giorno stesso. Mi ha spiegato che non c'era posto al Pini, ma che sarebbe riuscito a trovarmi una stanza, a pagamento, alla clinica privata La Madonnina. Ho accettato".

"Come anestesia mi fanno un'epidurale - spiega la Borromeo al Fatto - ma mi vengono le convulsioni. Passano allora all'anestesia totale. In seguito mi diranno che sono intollerante all'epidurale e che non dovrò farla mai più. Esattamente un anno dopo, nascerà mio figlio Stefano: con l'epidurale, senza alcun problema". I dolori continuano anche dopo l'operazione e "durano più di un mese". "Calori mi aveva detto: 'Stia tranquilla, i pazienti che opero io, dopo una settimana sono sugli sci'. Io invece sono stata costretta a girare con due stampelle e con dolori che non passavano mai". E dopo aver detto di no al secondo intervento sotto i ferri di Calori, la Borromeo racconta di essersi fatta visitare da diversi medici tra cui il primario dell'ospedale di Monaco. "Non era necessario operare - racconta lei - Chiedono al dottor Calori le analisi e i referti pre e post-operatori. Così scopriamo che prima di operarmi non mi aveva fatto neppure una risonanza magnetica e che i referti erano soltanto un foglietto scritto a mano. Mi dicono anche che le due cicatrici restate sul mio ginocchio dimostrano che chi mi ha operato ha fatto i due tagli nei punti sbagliati".

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