Milano
Una scritta sul muro è il dito, il corteo è la luna
L'augurio di una pallottola a Giorgia Meloni è una schifezza incommentabile. Ma il vero punto è che attorno alla questione palestinese sta nascendo a Milano ed in Italia un movimento fortemente politico ed identitario. Il commento

Manifestazione pro Palestina a Milano
Una scritta sul muro è il dito, il corteo è la luna
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Le scritte sui muri si qualificano per quel che sono: scritte sui muri. Piccoli atti di inciviltà. In una metropoli come Milano ci sono migliaia di esempi: dalle firme idiote dei ragazzini che così pensano di lasciare un segno invece che un danno, ai simboli. Tra i più gettonati le svastiche, le "A" anarchiche, la falce e il martello, la croce celtica. Come si può capire: solo roba radicale. Poi ci sono gli slogan, generalmente inneggianti a liberare i detenuti dalle galere, alla casa popolare libera (dove occupare è un diritto), e ai tempi di Expo, contro Expo. Devo dire che le Olimpiadi sono molto meno gettonate, sarà perché non vengono percepite come imminenti sotto la Madonnina (verranno mica a sciare qui? si chiedono i milanesi, e hanno ragione). Poi ci sono le scritte "contingenti", ovvero che vengono vergate in occasione di questa o quella manifestazione. A destra ci stanno un po' più attenti, perché ogni volta che appare una svastica, segue dettagliata inchiesta per capire i colpevoli. E l'impegno della forza di governo ad apparire "responsabile" è tanto: non è un caso che a Roma si arrabbino non poco quando vedono in giro saluti romani sparati a caso.
Attenzione: le manifestazioni pro-Pal non sono un fenomeno passeggero
Nella sinistra invece ci stanno un po' meno attenti, e quindi capita che scrivano contro i vari Salvini, La Russa e ovviamente Meloni. Alla quale hanno augurato di prendersi una pallottola. Schifezze che non bisognerebbe neppure commentare. Però che vanno prese per quel che sono: schifezze di imbecilli. Io non sottovaluterei il fatto che per mesi migliaia di persone pro-Pal continuano a sfilare per strada, così come non ho sottavalutato che migliaia di persone no-Vax di tutte le estrazioni (dall'estrema destra all'estrema sinistra) hanno sfilato per settimane sui Navigli anni fa.
Non lo sottovaluterei non per l'impatto che queste hanno sulla mattanza in Medio Oriente, che è chiaramente nullo, ma per l'impatto sulla politica locale. Se ogni settimana si ritrovano, con costanza, vuol dire che c'è un movimento che si costituisce, e rinsalda i propri legami, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Un movimento che è intimamente politico, perché questa cosa è fortemente politica, è fortemente identitaria. Non c'entra niente con la città, e questo è un suo limite, ma c'entra con la sensibilità della città. E di questo bisogna tenere conto. Anche in vista delle prossime elezioni, dove chi sfila oggi può saldarsi a chi critica l'urbanistica, e quindi a chi di fatto critica le politiche di questa giunta, in una opposizione da sinistra tutt'altro che sottovalutabile.