Milano

Spacciatore torturato e ucciso nei boschi a Varese: 26 misure cautelari

a cura della redazione

Vasta operazione antidroga della Polizia tra Lombardia e Piemonte: indagini partite dalla brutale uccisione di uno spacciatore che voleva "mettersi in proprio"

Spacciatore torturato e ucciso nei boschi a Varese: 26 misure cautelari 

Tortura con uccisione del torturato, tentata estorsione, rapina, detenzione di armi e reati in materia di stupefacenti, in particolare spaccio nelle zone boschive in numerosi punti dislocati nelle province lombarde e piemontesi. Questi i reati contestati a vario titoli alle ventisei persone che sono state arrestate questa mattina dalla Polizia di Stato di Varese a conclusione di una vasta operazione antidroga. Le 26 misure cautelari (24 in carcere, una ai domiciliari e un divieto di dimora in Lombardia e Piemonte) sono state emesse dai gip di Busto Arsizio, Novara e Lodi. Gli indagati sono tutti originari del Marocco tranne l'autista del gruppo, italiano.

Le diverse misure cautelari, spiega la nota della Polizia di Stato, sono state eseguite con la collaborazione delle Squadre Mobili di Milano, Novara, Genova, Cremona, Lodi, Piacenza, Pavia nonché con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Milano. Gli arresti sono stati eseguiti in Lombardia nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Cremona, ed anche nelle province di Novara e Piacenza. Parte dei soggetti destinatari – irregolari in Italia e senza fissa dimora - è risultata irreperibile. Un arresto è stato eseguito in Germania dalle autorità di polizia di quel Paese, attivate dall’Unità FAST italiana (incardinata nel Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) a seguito della emissione del Mandato d’Arresto Europeo da parte del GIP.

Il ritrovamento di un cadavere a Lonate Pozzolo nel maggio 2022

Le indagini sono partite nel maggio del 2022 con il  ritrovamento del cadavere di un uomo privo di documenti, di probabile origine nord-africana, abbandonato seminudo in una piazzola di sosta a bordo strada della SS336 nel Comune di Lonate Pozzolo, con evidenti segni di violenza subita.

Gli elementi raccolti, attraverso l’ascolto di decine di soggetti, servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione ed analisi tabulati, sequestri, indagini informatiche, accertamenti tecnici e rilievi della Polizia Scientifica ed altri accertamenti e servizi di osservazione in territorio estero eseguiti con il coordinamento dell'Interpol, hanno consentito di comprendere che l’uomo ucciso – successivamente identificato per un ragazzo di 24 anni marocchino - aveva fatto parte di un gruppo di presunti spacciatori  facenti capo a due fratelli, dimoranti nel milanese, “proprietari” di diverse piazze di spaccio situate in zone boschive delle province di Milano, Varese, Novara, Pavia e Lodi.

Lo spacciatore vuole mettersi in proprio: lo "sgarro" punito con la morte

Secondo quanto finora ricostruito, il movente della tortura a cui ha fatto seguito la morte del ragazzo sarebbe stato il furto di droga e soldi per un valore di circa 30mila euro che il soggetto ucciso aveva compiuto qualche settimana prima nei confronti del gruppo di presunti spacciatori di cui faceva parte, e per il quale lavorava con un complice in una zona boschiva posta a cavallo dei Comuni di Pombia/Oleggio/Marano Ticino, in Piemonte. Con tale droga provento del furto il ragazzo aveva cercato di aprire una “sua” piazza di spaccio in provincia di Varese, in zona Laveno Mombello.

Sulla base di quanto contestato, il gruppo era riuscito nei giorni seguenti ad avere certezza dell’affronto subito da parte del ragazzo, ed il capo lo aveva convocato dicendo che doveva parlargli. La disponibilità, suo malgrado, del ragazzo nei confronti dell’ex “capo” gli sarebbe stata fatale: da un Comune della provincia di Milano il ragazzo sarebbe stato condotto dal capo e da uno dei complici nel bosco in cui aveva rubato la droga e i soldi al gruppo, lì ad attenderli c’erano altri componenti del gruppo, che si sarebbero scagliati contro il ragazzo accusato del furto, lo avrebbero percosso e seviziato con vari strumenti, sino al decesso, avvenuto dopo alcune ore di acute sofferenze, al termine di violenze crudeli e prolungate.

Il suo corpo, spiega ancora la nota della Polizia, sarebbe stato poi trasportato nottetempo dal bosco in cui era stato ucciso alla piazzola di sosta in cui è stato trovato la mattina successiva, a seguito di segnalazione da parte di alcuni passanti.







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