Milano
Stadio, De Chirico (FI): “Il governo commissaria il Comune per manifesta incapacità”
Il consigliere di Forza Italia: “Manca una visione unitaria del centrodestra su San Siro. Sto preparando un esposto contro il Comune alla Corte dei Conti". L'intervista
Stadio, De Chirico (FI): “Il governo commissaria il Comune per manifesta incapacità”
“Dopo un giro dell’oca di cinque anni siamo tornati al punto di partenza”. Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia e da sempre residente a San Siro, entra a gamba tesa sulla vicenda stadio. Lo fa puntando il dito contro il sindaco Sala: “Dalla prima proposta di stadio nuovo nel 2019 la giunta ha mostrato solo incapacità gestionale. Ora rischiamo la soluzione deleteria dei due stadi”. Per questo De Chirico annuncia un esposto alla Corte dei Conti. Il consigliere di FI non risparmia critiche nemmeno all’opposizione di centrodestra: “Non dobbiamo ripetere l’errore del 2021. Dobbiamo fornire una visione unita di progettualità su San Siro”.
Consigliere De Chirico, come commenta i recenti sviluppi della querelle stadio?
Trovo un bene che il Governo, con i ministri Giuli e Abodi, sia sceso in campo per prendere in mano il pallino del gioco della questione stadio. In più di cinque anni l'amministrazione Sala e PD non è stata in grado di gestire la vicenda. Forse finalmente le squadre si schiariranno le idee e inizieremo a vedere qualche risultato. Dopo il "Salva Milano", di fatto il Governo "commissaria" il Comune per manifesta incapacità.
In che senso “commissaria”?
Siamo arrivati al punto che la decisione sullo stadio di Milano sarà presa a Roma. Se non è un commissariamento questo… È la dimostrazione plastica dell’incapacità gestionale di un sindaco che con la sua “maggioranza arcobaleno” disse di no a un progetto nel 2019 – perché contraria al consumo di suolo – e adesso ci troviamo di fronte allo scenario potenzialmente allucinante in termini di impatto ambientale di avere due stadi.
Come mai siamo tornati al punto di partenza?
Del pragmatismo milanese si sono perse le tracce da tempo immemore e il sindaco in questi anni ha dimostrato di non essere un granché neanche come manager, visto che non è stato in grado di portare a casa nemmeno la finale di Champion's e ha dovuto sventolare la bandiera bianca di fronte ai capricci di Milan e Inter. Da proprietario dell'immobile avrebbe dovuto dire "Adesso si fa come dico io, prima del 2027 lo stadio non si tocca".
In termini di vivibilità del quartiere, lei che abita a San Siro, come reputa il progetto attuale?
Non diciamo no a priori, anche se la soluzione dei due stadi mi sembra folle. Fermo restando che le due squadre devono rimanere a Milano, è però difficile esprimersi su una sensazione o sul nulla. Non sappiamo quale tipo di rifunzionalizzazione ci sarà. Servono le carte. Da tre o quattro mesi chiediamo alla giunta di venire a riferire in aula. Qui si scoprono le cose dai giornali, senza che il Consiglio comunale sia minimamente coinvolto.
Quale è per lei la soluzione ideale del complicato caso San Siro?
Come opposizione stiamo raccogliendo le firme per chiedere un consiglio straordinario per affrontare il tema della vendita dell'impianto. Prima o poi piacerebbe anche dire la nostra sulla rifunzionalizzazione del Meazza e dei servizi che potrebbero insediarsi nell'involucro del secondo anello. Comunque vada siamo certi che tutta la vicenda verrà studiata nelle facoltà universitarie di scienze politiche come caso di mala gestio della cosa pubblica. L’ideale è rifunzionalizzare San Siro è comprovato che si può fare. Le squadre dicono che non vogliono ma non ce l’hanno spiegato. Per questo, sto preparando un esposto alla Corte dei Conti contro il Comune.
Il centrodestra, però, non sembra avere una proposta congiunta sulla vicenda…
Assolutamente no. Eravamo divisi anche nel 2021, un grave errore che ci è costato molto in campagna elettorale. Serve categoricamente una proposta congiunta, una visione da centrodestra. È stato un abbaglio non rivendicare la nostra idea di città – quella che ha permesso la realizzazione di CityLife, Porta nuova, Cascina Meralta e delle metropolitane che adesso la sinistra rivendica come sua. L’edilizia sostenibile è da sempre un traino per la città. Fu un errore non rivendicarlo all’epoca, ora non bisogna piangere sul latte versato.