Milano
Truffa diamanti: chiusa indagine. Tra le vittime anche Vasco
Diamanti proposti come investimento a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale: 87 indagati, 5 banche coinvolte
Truffa diamanti: chiusa indagine. Tra le vittime anche Vasco
E' stato notificato stamattina dal nucleo reati economico finanziari della guardia di finanza di Milano l'avviso di chiusura indagini nell'ambito dell'inchiesta "Crazy Diamond", riguardante una truffa con diamanti proposti come investimento, che vide tra le 'vittime' anche Vasco Rossi. Sono 87 le persone fisiche che risultano indagate e 7 le persone giuridiche di cui 5 banche. Le accuse sono di truffa aggravata, auto riciclaggio con omessa sorveglianza e corruzione tra privati; a latere vengono contestati anche reati amministrativi. A proporre a Vasco Rossi, solo una delle tante vittime vip della truffa dei diamanti, l'acquisto delle pietre preziose sarebbe stato Banco Bpm. Al momento del sequestro emerse anche che la societa' Intermarket Diamond Business spa (IDB) che vendeva i diamanti avrebbe fatto "una serie di regali ai vertici del Banco Bpm e di Unicredit", nonostante "negli accordi si prevedesse espressamente" che nessun dipendente della banca potesse riceverli.
A rimanere vittima in tre diverse occasioni del raggiro anche il cantautore di Zocca, che, ha investito nel 2009 oltre un milione di euro, nel 2010 circa 520mila e nel 2011 ancora un milione di euro tramite l'intermediazione con la Idb di Banco Bpm. Tra i nomi noti anche quello di Diana Bracco, numero uno dell'omonimo gruppo farmaceutico, che tra il 2012 e il 2014 ha investito oltre un milione e 300mila euro. La sola Idb avrebbe incassato dalla Truffa oltre 149 milioni di euro. Anche nel caso di Intesa San Paolo fra le cause di imputazione ai consulenti interni c'e' l'aver usato il termine 'quotazione' al momento della proposta di investimento "e non 'listino prezzi' per indurre il risparmiatore a credere che si trattasse di rilevazione oggettive del mercato raccolte dalle societa' a beneficio dei clienti"; oltre a questo le quotazioni falsificate sarebbero state pubblicate anche su quotidiani come il Sole24Ore per "conferire autorevolezza e credibilita'" all'operazione. Molti fra gli indagati sono manager o ex manager degli istituti di credito, fra questo emerge soprattutto il nome di Maurizio Foroni, ex ad di Banca Aletti ed ex dg di Banco Bpm fino al maggio 2019, quando ha lasciato l'incarico all'indomani dell'inchiesta. Nell'avviso di conclusione indagini emerge anche che il primo accordo tra Banca Intesa e la Dpi fu firmato da Stefano Barrese, responsabile pro tempore dell'Area Sales e Marketing di Banca dei Territori, e attuale responsabile di Banca dei Territori di Intesa San Paolo.
Per quanto riguarda Intesa Sanpaolo, i clienti dell'istituto che avevano investito in diamanti "sono 8.000 su 12 milioni, e sono stati tutti avvisati con una lettera da parte nostra, 2 anni fa, per poterli rivendere alla banca", aveva affermato l'amministratore delegato dell'istituto, Carlo Messina, che aveva aggiunto: "Francamente parliamo di un caso numericamente non cosi' significativo per noi", e con "il 60% degli 8000 clienti coinvolti che ha deciso di rivendere questi diamanti alla banca, che ha restituito il prezzo pagato. Gli altri hanno deciso di tenerli, ma se volessero rivenderli a noi, siamo disponibili ad acquistarli al prezzo che hanno pagato", aveva sottolineato l'Ad.