Milano
Uggetti? Beati coloro che credono nella giustizia perché saranno giustiziati
L'ex sindaco Pd di Lodi Uggetti deve tornare a processo: la Cassazione annulla l'assoluzione in Appello. Un incubo giudiziario
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Uggetti? Beati coloro che credono nella giustizia perché saranno giustiziati
Avevano ragione quelli che hanno voluto il ripristino della vecchia dizione "La legge è uguale per tutti" nelle aule di tribunale, rispetto alle targhe che Roberto Castelli nel 2002 fece installare in tutte le aule di giustizia ("La giustizia è amministrata in nome del popolo italiano"). La legge è davvero uguale per tutti: e per tutti vale il detto "fine pena mai". Oppure, per dirla con un comico: "Beato chi ha fiducia nella giustizia perché verrà giustiziato". La legge è uguale per tutti i sindaci, e consiglia fortemente di non provare neanche lontanamente a farsi eleggere. Potrebbe scriverci sopra un trattato Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi. Arrestato, fatto sfilare in piazza in mezzo al mercato perché tutti vedessero. Condannato a 10 mesi in primo grado (peraltro neppure da scontare) per un appalto sulle piscine scoperte, poi assolto in secondo grado. Ora, sei anni dopo la Cassazione rimanda tutto all'Appello, e si ricomincia. Prevedibilmente, un altro paio d'anni, senza che una città sappia se c'è stata giustizia o ingiustizia, e dunque c'è stata sicuramente ingiustizia: con il paradosso che se Uggetti si fosse fatto i 10 mesi di carcere invece di provare a riabilitare il proprio nome tutto quest'incubo giudiziario sarebbe alle spalle. Insomma: arrenditi, e ti risparmieremo la tortura.
Politica e giustizia: i casi di Dontana, della sindaca di Crema e...
La legge è uguale per tutti, ed è lenta per tutti. Ci è voluto un anno per dire che la sindaca di Crema non era responsabile sul fatto che un bambino si era schiacciato le mani nella porta di uno stabile scolastico. Ci è voluto un anno per le archiviazioni sui conti in Svizzera di Fontana, e per l'archiviazione sulla questione del Pio Albergo Trivulzio che tanto fece eccitare Gad Lerner (inutilmente), e pure qualche mese per archiviare il povero Mattia Maestri, paziente zero del Covid che venne indagato per "epidemia colposa". Roba da ridere, anzi, da piangere. Un Paese senza giustizia, o dove giustizia è l'imperativo di "giustiziare", e non un sostantivo nobile quale dovrebbe essere.
La legge è uguale (fa schifo) per tutti
Si torna al punto: non c'è un motivo che sia uno per fare il sindaco. Beppe Sala si è fatto anni e anni dopo Expo, in Tribunale per un reato ridicolo. Dovevano dargli una medaglia. E pure a Christian Malangone, il suo direttore generale. Condannato in primo grado, assolto in secondo. A Massimo Garavaglia, assolto qualche settimana fa, è venuto un infarto per una storia di appalti e croci di primo soccorso. Non era vero niente. E pure all'ex plenipotenziario di Berlusconi, Mario Mantovani, ora in Fratelli d'Italia: anche lui carcere, condanna in primo grado, assoluzione nel secondo. Per Uggetti sono andati addirittura oltre: dopo l'assoluzione un bel ricorso in Cassazione e si torna al via. Sei anni dopo, ancora al punto di partenza. Ma in Italia è così: la legge è uguale per tutti. E per tutti, più o meno, fa davvero schifo.
fabio.massa@affaritaliani.it