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"Una app per teenager al giorno: ecco cosa mi è successo"- Foto -
Questo esperimento è partito da un incontro alle 22 di un venerdì sera in Stazione Centrale a Milano.
Uscita da una lezione in via Soperga, mentre sto attraversando i giardini di via Giacomo Matteotti e i City Angels distribuiscono pasti per i senzatetto di Milano, noto una ragazza camminare dietro di me, sola.
Non bada alla gente che si accalca per un piatto di pasta, non sta in allerta visto che la zona in Piazza Duca d’Aosta non è una delle più raccomandabili di Milano. Elena, questo è il suo nome, è una studentessa fuori sede che Milano la conosce davvero poco, eppure è tutta intenta a scattarsi selfie e a chattare con il suo smartphone.
Le chiedo se vuole fare un pezzo di strada insieme, così da passeggiare tranquilla.
“Grazie” mi dice, “sei molto gentile. I miei coinquilini non volevano uscire allora sono qui da sola. Mi hanno detto che registrano la prima puntata di Masterchef e allora sono venuta". “Ma non hai paura a uscire da sola?” le chiedo io basita.
“Ma va”, risponde, “Mi vedono in diretta su Snapchat”.
SNAPCHAT!! Ne ho sentito parlare. Mi faccio fare un corso in 5 minuti di strada che condividiamo. La saluto, io prendo i mezzi, lei rimane a fotografare il suo sex symbol Carlo Cracco, ma il tarlo rimane. Mi devo snapchattare anche io.
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