Milano
Una sentenza fa gelare FdI. Elezioni, lista sempre più out
Osnato aveva detto che la sua condanna non lo rendeva affatto incandidabile...
di Fabio Massa
La notte dei lunghi coltelli in Fratelli d’Italia. Ignazio La Russa prepara il ricorso, ma non risparmia una stoccata a Riccardo De Corato: “I candidati di testa potevano aspettare qualche giorno a fare campagna elettorale e magari occuparsi dei dettagli”, soffia al telefono ad Affaritaliani.it. Silvia Ferretto Clementi, una che con La Russa ce l’ha a morte, e che dopo l’esperienza in consiglio regionale non è stata rieletta, lo scrive chiaro e tondo su Facebook: “E fu così che qualcuno per salvare un membro della “famiglia” (Marco Osnato), condannato in primo grado, fece saltare la lista per il consiglio comunale di Fratelli d’Italia a Milano. Cari militanti adesso sapete bene fino a che punto la famiglia La Russa può arrivare e quanto voi contate per lei! Io me ne resi conto tempo fa, lo dissi e per questo venni espulsa dal partito per lesa maestà!”. Lui, Osnato, aveva detto chiaro e tondo ad Affaritaliani.it che la sua condanna non lo rendeva affatto incandidabile. Del resto la Severino è chiara, su questo. Al punto che anche Nicolò Mardegan, candidato sindaco NoixMilano, pur avendo riportato una condanna in primo grado per la vicenda delle firme false di Formigoni, ha compilato senza fiatare la dichiarazione di non avere condanne a proprio carico.
Quindi, ricorso sia. Ma la situazione è complicata. Complicatissima. Perché il tar si troverà a decidere su una vicenda intricata, con - tra l’altro - una sentenza del Consiglio di Stato che parla chiaro. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il 9 maggio 2014, sentenza numero 2388, la quinta sezione del Consiglio di Stato scrive, nero su bianco: “Nel caso di dichiarazione sull’insussistenza delle cause di incandidabilità resa richiamando l’abrogato art. 58 D.Lgs. n. 267 del 2000 (T.U.E.L.), anziché l’art. 10 d.lgs. n. 235 del 2012, viene in rilievo una dichiarazione incompleta e non meramente irregolare, in relazione ad un requisito essenziale (relativo all’elenco delle ipotesi delittuose che l’interessato ha dichiarato insussistenti), che non può essere integrato successivamente alla scadenza del termine di presentazione delle candidature, pena la violazione della par condicio e la violazione dell’interesse pubblico alla necessaria concentrazione e celerità delle fasi del procedimento elettorale. In tal caso non è possibile ricorrere al cosiddetto il potere di soccorso istruttorio che, per principio generale, può essere ammesso per sanare delle mere irregolarità, non anche per integrare dichiarazioni carenti dei requisiti essenziali previsti dalla legge”. Tradotto: se si sbaglia quella dichiarazione, non c’è correzione possibile. Si è fuori. Ora La Russa è un avvocato, e proverà a ribaltare la sentenza. Ma le prospettive sono fosche. E si sa, quando scende il buio, si affilano i lunghi coltelli.
@FabioAMassa
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