Milano

Violenza sessuale a Milano, Bolle chiamò la polizia per la festa di Genovese

Tra chi chiamò la Polizia per lamentarsi del frastuono che proveniva dall'appartamento di Alberto Genovese ci fu anche Roberto Bolle, etoile della Scala

Violenza sessuale a Milano, fu Bolle a chiamare la polizia per la festa di Genovese

Tra le persone che chiamarono la Polizia lo scorso 10 ottobre per lamentarsi del frastuono che proveniva dall'appartamento vista Duomo dell'imprenditore Alberto Genovese c'era anche Roberto Bolle, etoile della Scala. Lo spiega lo stesso Bolle al Corriere della sera: lui e un altro inquilino chiamarono le forze dell'ordine. Per far cessare gli schiamazzi e la musica ad alto volume e i poliziotti intervennero due volte per porre fine ai rumori, andandosene poi perche' la festa era sostanzialmente finita. Poco dopo, quindi, sarebbe avvenuta la brutale violenza sessuale ai danni della ragazza per la quale Genovese si trova ora in carcere da dove ha chiesto di essere curato dalla dipendenza dalla cocaina che, a detta sua, in certi frangenti non gli fa capire piu' nulla. Un'altra ragazza ha denunciato alla Polizia di aver subito violenze da Genovese, imprenditore attivo nella creazione e vendita di start up.

Procura pronta ad audizioni a tappeto

Ci saranno audizioni a tappeto per sentire tutto l'entourage di Alberto Genovese. Ad essere convocate dalle pm che coordinano le indagini, Rosaria Stagnaro e Maria Letizia Mannella (Aggiunto) saranno le persone a lui piu' vicine, ad esempio il bodyguard che per tutta la notte ha impedito a chiunque di avvicinarsi alla stanza dove si stavano consumando le sevizie, impedendo anche alle amiche di avere notizie su di lei.

Si procedera' poi anche con i collaboratori piu' stretti, perche' si potrebbero profilare reati di favoreggiamento. Quanto alle telecamere - una ventina - di cui era tappezzato il superattico "Terrazza Sentimento", gli investigatori hanno in mano diverse ore di girato, e puntano non solo a osservare chi c'era a quella festa, ma anche ad andare indietro di alcuni giorni con le registrazioni, per ricostruire i festini delle settimane precedenti (documentato nel decreto di fermo, dalle dichiarazioni di alcuni testimoni, un party analogo il 18 settembre).

Arresto Genovese: altre ragazze si fanno avanti per parlare 

Ci sarebbero gia' alcune ragazze pronte a raccontare le loro storie sui festini a base di sesso a droga nel superattico vista Duomo di Alberto Genovese, l'imprenditore 43enne, mago delle startup, fermato la notte del 6 novembre per violenza sessuale, lesioni, sequestro di persona e spaccio. Secondo quanto appreso, le giovani si stanno facendo avanti per raccontare le loro storie, anche perche' - come emerge dagli atti - il comportamento dell'imprenditore era un fatto noto negli ambienti da lui frequentati. Diverse le testimonianze in cui si parla di "droga nei bicchieri" e donne "stordite immediatamente" prima di essere abusate.

La Procura inoltre vuole fare luce anche sull'agenzia di hostess in cui il businessman di origini napoletane aveva una quota minimale. E un altro particolare emerge dalle indagini: gli investigatori sono riusciti ad anticipare la cancellazione dei dati delle telecamere di sorveglianza presenti in ogni angolo della casa, nonostante Genovese avesse dato mandato di eliminarle. E' stato infatti grazie all'intuito degli uomini della squadra Mobile di Milano, guidata da Marco Cali', che quei file che lo avrebbero incastrato non sono andati perduti, e hanno potuto confermare la denuncia della vittima. L'imput della cancellazione da parte dell'imprenditore - atto che gli e' valso come motivo di fermo per inquinamento delle prove - e' partito il 12 ottobre intorno alle 9.30 del mattino, quando Genovese avrebbe scritto al tecnico su Whatsapp diversi messaggi, chiedendogli insistentemente: "Pialla tutto: cancellato non recuperabile". Ma gli investigatori si erano gia' mossi per sequestrare quel girato, in particolare quello dell'occhio elettronico posto nella "camera padronale", luogo delle violenze. Peraltro i collaboratori di Genovese sul momento risposero di aver eseguito l'ordine e concluso l'operazione, affermando "ci stiamo lavorando". In realta' cancellarono soltanto "i file da remoto, ma non quelli permanenti", come hanno confermato anche alla polizia. Infine, potrebbero esserci video di altri punti della casa che potrebbero aiutare chi sta ancora indagando per ricostruire il resto della serata, e forse anche le precedenti feste.








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