Odissea. Testo e regia di Emma Dante
Gli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del teatro Biondo di Palermo, in scena a Spoleto. Una Odissea insolente nell’ironia
Di Silvia Viterbo
Gli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del teatro Biondo di Palermo, in scena a Spoleto. Una Odissea insolente nell’ironia, nella frenesia delle scene e dei colori, che umanizza il mito. Di Odisseo, Penelope e Telemaco scopriremo i lati più teneri e fragili, le loro esitazioni, i limiti. Telemaco parte a cercare il padre, rischia la vita, mentre le ancelle danzano da odalische con un ritmo irriverente e apocalittico. Bellissima la scena dei Proci mentre danzano con in mano i ventagli colorati, e di sospensione infinita quella in cui sul corpo di Penelope si piega la tela tessuta. Un ripetersi infinito del gesto di piegarla, mentre Penelope scompare sotto le miriadi di ripiegature e si innesta l’attesa di vederla uscire da questo vestiario che sembra di morte. I proci sono volgari, le ancelle irriverenti e non fedeli, la sessualità esplode senza pudore, Odissea è il viaggio che ognuno fa dentro di se alla ricerca delle origini che hanno motivato il proprio destino. Lo spettacolo è ricco di evocazioni legate all’uomo-eroe che si dimostra piccolo e bugiardo, la scena finale con le ancelle e i Proci morti è intensa e resta nella mente con forza.
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