Politica

Agli Stati generali il 4% degli iscritti. E' di nuova la polemica nei 5 Stelle

Tra i big si rincorrono gli appelli alla coesione

Stati generali dei Cinque Stelle al via con forti polemiche. In questo weekend si stanno svolgendo le riunioni territoriali online. Dopo un anno di discussioni e di preparazione, il M5S si presenta all’appuntamento per rinnovarsi tra veleni e malumori. Ma a far discutere i pentastellati nelle ultime ore è soprattutto la polemica legata alla partecipazione. Vito Crimi che ha presentato la manifestazione con un video: «Dobbiamo ritrovare lo spirito di comunità e unità che ci ha sempre caratterizzato fin dall’inizio», ha detto il reggente — ha annunciato la partecipazione di oltre 8 mila persone. Si tratta in realtà di una percentuale risibile rispetto ai 186.664 iscritti del Movimento: qualche decimale sopra il 4%, un iscritto ogni 23.

Ecco allora - come scrive il Corriere della Sera - scatenarsi una ridda di commenti non proprio benevoli, anche tra le fila dei governisti: «Inutile», «Imbarazzante» i più gettonati. C’è chi ricorda: «Ma non eravamo noi quelli della partecipazione collettiva? Non dovevano essere inclusivi?». E chi invece preferisce l’ironia: «Dovremmo fare i complimenti a Crimi e a Paola Taverna e Roberta Lombardi, che hanno organizzato».

Polemiche anche per la gestione delle votazioni, con le regole annunciate «all’ultimo minuto» e «difficili da utilizzare sulla piattaforma scelta». «Queste soluzioni potrebbero dar vita a ricorsi», è il ragionamento di alcuni parlamentari. Difficile però che ciò accada, anche se i big romani dei Cinque Stelle temono che Davide Casaleggio voglia sabotare la kermesse. I documenti finali avranno solo valore consultivo: «Suonerebbe strano ricorrere per atti che non sono vincolanti», spiega una fonte interna al Movimento.

Intanto tra i big si rincorrono gli appelli alla coesione. Lo dice Luigi Di Maio: «Dobbiamo affrontare gli Stati generali del Movimento lavorando da squadra, uniti». E sottolineano il concetto anche altri esponenti, come Taverna («Lasciamo da parte lamentele, diatribe ataviche, eccessi di personalismi, sterili contrapposizioni»). Stefano Buffagni, invece, rimarca: «Tutto questo non ha precedenti nel nostro Paese. Il clima è molto propositivo».

Proseguono sottotraccia le prove di dialogo. Di Maio ribadisce nel nuovo libro di Bruno Vespa, «Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del virus)» in uscita da Mondadori-Rai libri, lo stop alle voci sul terzo mandato: «La discussione sul terzo mandato dei parlamentari è malsana». Poi prova a mediare sulla questione Rousseau: «Davide (Casaleggio, ndr) si è messo sempre a disposizione, ma non incide sulle decisioni politiche». E annuncia: «Alle elezioni del 2023 ci presenteremo da soli». Iniziano invece a circolare voci su quella che potrebbe essere la guida collegiale del Movimento: la composizione dovrebbe ricordare da vicino quella del direttorio, con 5 o 6 esponenti alla guida.