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Bari, scioglimento per mafia e voto rinviato? Boccia: "Eversione orbaniana"

La commissione punta al rinvio delle elezioni nel capoluogo pugliese. Il capogruppo Pd al Senato si infuria

Bari, la commissione punta allo scioglimento per mafia e al rinvio delle elezioni

La spaccatura tra Pd e M5s a Bari rischia di dare più chance al centrodestra di strappare il governo della città al centrosinistra. La prima a esplicitarlo era stata proprio la segretaria dem Elly Schlein dal palco di "Andiamo!" a sostegno del candidato sindaco Vito Leccese, sostenuto dai dem: "Lo voglio dire con chiarezza: cosi' aiutano la destra", aveva sottolineato. "Sosterremo Vito anche se vorra' tentare ancora il dialogo per trovare una soluzione unitaria, ma senza accettare alcuna imposizione", scrive Schlein su Fb.

L'argomento alleanza, però, per ora è fuori dai radar del Movimento, impegnato a ribadire che "per noi la legalita' resta un baluardo indiscutibile e non negoziabile", smentendo con una nota dell'ufficio stampa un virgolettato attribuito a Conte da la Repubblica, secondo cui il presidente M5s avrebbe detto 'non e' detto che lo scioglimento del Comune di Bari sia così illegittimo...'". 

Ma non è neppure così scontato che si voti. Secondo Repubblica, c'è una nuova ipotesi sul tavolo: "se la commissione non terminerà il lavoro prima delle elezioni, potrebbero chiedere lo slittamento del voto a ottobre. Prima ancora di prendere qualsiasi decisione. Lo prevede la legge. C isono già dei precedenti. Si sta muovendo così la commissione nominata dal Viminale per verificare se sussistono le condizioni per sciogliere il Comune di Bari per infilitrazioni mafiose".

Boccia: "Deriva orbaniana, rischio eversione"

L'ipotesi però fa infuriare Francesco Boccia. In un'intervista a Repubblica, il capogruppo del Pd al Senato usa parole durissime: "La vicenda Bari — storia seria, per carità, e da affrontare con rigore e senso delle istituzioni — è stata piegata a un modo di concepire il potere dentro le istituzioni che preoccupa". Secondo Boccia, la vicenda segnala "la deriva orbaniana del governo. Utilizzano con violenza il potere dentro le istituzioni e non affrontano i problemi delle persone".

Il j'accuse continua: "Quando sono toccati, sono garantisti, difendono i loro ministri sotto inchiesta, e cercano anche di bloccarle. Se riguardano gli avversari, si sostituiscono a magistrati e diventano giustizialisti. Mi preoccupa che si possa decidere così la morte di una città come Bari, questa travalicazione del potere esecutivo su quello giudiziario".

"Nemmeno Corleone ai tempi di Totò Riina — quella infiltrata dalla mafia e non ancora “liberata” — era stata trattata così dallo Stato", dice ancora Boccia a Repubblica, che di fronte alla domanda avanzata dall'intervistatore sull'eventuale volontà di mettere fuori gioco Decaro risponde che "sarebbe eversione allo stato puro, al quale risponderemmo con tutti gli strumenti democratici a disposizione".