Politica
Bonaccini trema. Su nei sondaggi. Ma la sua piazza è vuota. E gli indecisi...
Emilia in bilico. I sondaggi danno Bonaccini in vantaggio ma la sua piazza è vuota e troppi gli indecisi. Quando si recano al voto scelgono la protesta. VIDEO
L’unica certezza in Emilia Romagna è l’esercito degli indecisi. Troppi, in qualsiasi sondaggio.
Il dato è però un indice ben preciso per gli esperti. Saranno loro a determinare il voto per i dem nella regione rossa per antonomasia e probabilmente le sorti del governo Conte II. Se non accadono fatti imprevisti non un bel presagio per entrambi.
Mancano 30 giorni al responso finale e il fuoco incrociato degli analisti continua imperterrito in questa direzione. C’è chi nei sondaggi dà in vantaggio Bonaccini e chi la Borgonzoni. Un’altalena che si interromperà 15 giorni prima del voto, come ha stabilito l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (nei 15 giorni precedenti il 26 gennaio è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto).
L’ultimo sondaggio è stato commissionato da Emg Acqua e pubblicato il 23 dicembre scorso. Attribuisce a Stefano Bonaccini un vantaggio sulla sfidante leghista di ben 3 punti percentuali. Il leader Pd sarebbe al 46.5%, Lucia Borgonzoni al 43.5%, Simone Benini (del M5S) al 6.5%, altri al 3.5%, mentre gli indecisi più il non voto si attesterebbero intorno alla cifra monstre del 43%.
Un dato quest'ultimo che, numero più numero meno, si ripete in tutte le analisi degli istituti demoscopici.
Ufficialmente il Pd e Bonaccini trasmettono tranquillità, sul buon risultato del voto. Ma l’esito dei dati, come sanno tutti gli analisti, appare niente affatto scontato, anzi, preoccupante per il governatore Pd. Quando gli indecisi sono tanti, troppi, il copione sembra ripetersi. Come è accaduto di recente in occasione del referendum del 23 giugno sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea o per l’elezione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Nessuno riuscì a prevedere la vittoria dei 'Leave', che si imposero con il 51,9%. Anzi, alla vigilia della consultazione, venivano pubblicate stime che davano i favorevoli alla Brexit indietro di ben 10 punti percentuali rispetto ai 'Remain'. All'indomani della vittoria della Brexit Anthony Wells, numero uno degli statistici di YouGov, spiegò l’esito come l’effetto dei troppi indecisi, quella massa di persone che per vari motivi (disillusione, repulsione al voto, disinteresse, incertezza, ecc…) fino a pochi giorni prima non sapevano nemmeno se si sarebbero recati alle urne.
E gli indecisi che si recano poi al voto finiscono per optare per la protesta e far vincere lo sfidante. Stessa musica è accaduta qualche anno fa con Donald Trump contro Hilary Clinton, indicata vincente anche durante lo spoglio.
Per gli analisti politici gli indecisi sono un segnale e un caso da letteratura del settore. Nelle presidenziali statunitensi del 1936 si è ripetuta la stessa storia. Il repubblicano Alfred Landon correva favorito contro l'allora democratico Franklin Delano Roosevelt. Prima del voto, la rivista 'The Literary Digest' fece un sondaggio su uno dei maggiori campioni della storia: 2,4 milioni di intervistati. Il 57% di loro si espresse a favore di Landon, mentre il presidente uscente raccolse solo il 43% dei consensi. La stima fu capovolta dalle urne, con un Roosevelt vittorioso in modo schiacciante, al 62% contro il 38% di Landon.
GUARDA IL VIDEO DI BONACCINI A PIACENZA... NELLA PIAZZA VUOTA
Una situazione, quindi, preoccupante per la sinistra in Emilia Romagna e che favorirebbe gli sfidanti: il centro destra e Lucia Borgonzoni.
Intanto ciò che più sta infastidendo il gruppo dirigente Pd sono le piazze strapiene che accolgono, in qualsiasi condizione climatica, Matteo Salvini.
Un refrain che si ripete da settimane anche in Emilia Romagna, con palchi zeppi di candidati, entusiasmo e folle di cittadini che fanno a gara a raggiungere le prime file. Alla fine della kermesse non manca mai il rito del selfie: la fila chilometrica di persone che cerca di farsi una foto col leader. Da qui la nascita del movimento delle sardine per contrastare Salvini nelle piazze.
Anche Stefano Bonaccini ha di recente intensificato la campagna elettorale. Ma se nelle metropoli il sostegno al leader dem non pare mancare la musica cambia nei piccoli e medi centri.
Il blog Piacenza Diario lo ha immortalato venerdì scorso in città, precisamente in piazza XX Settembre. Non un ottimo evento, visto anche il quadro generale e l’esercito di indecisi.
La piazza è semivuota. L’entusiasmo non sembra il sentimento dominante. E Bonaccini tutto solo e un pò sconsolato spiega il suo programma a un pubblico un po' spaesato.
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