Politica

Calenda prova a resettare il Pd romano: “Letta, basta con Bettini e Astorre”

Doppio attacco di Calenda al “sistema Roma”, poi supplica Letta di trovare l'accordo sulla sua candidatura

Se Carlo Calenda non diventerà sindaco di Roma – e ci scommettono in pochi – due primati li ha già in casa: quello di essere il vero rottamatore del Pd romano e di essere diventato una star televisiva. Per non parlare della poi della sua macchina social che ha già superato Raggi e pure Salvini.

Superiore a qualsiasi forma di ribellione da telecomando, Calenda sindaco in poco meno di 24 ha assestato un colpo mortale al Pd romano con un doppio affondo. A La7 su Piazza Pulita. Chiamato a rispondere all'ennesima domanda sulle Primarie del Pd, Calenda è sbottato: “Primarie? Preferisco non diventare sindaco che sindaco azzoppato. Da 6 mesi dicono di voler fare le Primarie ma prima dicono che condannano la Raggi poi che la mandano al Governo col Conte Ter e che fanno l'alleanza col Pd. A regà …. 6 mesi”.

Quindi la “mazzata”: “Io so' cosa sono le Primarie del Pd, le faranno da 25 mila persone. Bettini appoggiò Marino che vinse le Primarie, poi ammazzarono Marino. Io quella roba lì non la voglio”.

Giusto il tempo di una doccia e un caffè che “l'incontinente” Calenda si sveglia e apre il computer per twittare un appello a Enrico Letta: “Te lo propongo davvero per l'ultima volta. Lascia stare le velleità di alleanza con i 5S e ritiro della Raggi, a Roma hanno fatto un disastro, non continuare a tirare per la giacca Zingaretti che non può far cadere la Regione sotto Covid".

E poi la “dura verità” al segretario: “Allontana Bettini, Astorre e Mancini - prosegue Calenda - e la loro classe dirigente. Non li far governare le primarie. Facciamo una squadra di persone competenti che non hanno bloccato Roma e vinciamo al primo turno, parlando ai romani di Roma. Da domani. Coraggio!".

E di verità in verità, la battaglia di Calenda appassiona pure il Codacons, sempre pronto ad entrare nell'agone politico romano. Così al tweet di Calenda segue lo schiaffo del “partito dei consumatori” di Carlo Rienzi: “Quello di Carlo Calenda è il grido di disperazione di un uomo solo e abbandonato dalla politica, che vede sempre più vicine al naufragio le sue ambizioni politiche e i suoi sogni di gloria. E' passato oramai dalle minacce al Pd alle implorazioni, segno evidente che il suo progetto politico sta andando (in modo assolutamente prevedibile) verso il fallimento totale – spiega il Codacons – Siamo sicuri che Letta ignorerà i noiosi piagnistei del leader di Azione, e sceglierà per Roma una persona davvero capace e competente, in grado di risollevare le sorti di una città distrutta dalla guida Raggi.E qualora il Pd dovesse appoggiare la candidatura di Calenda, contro il Partito Democratico il Codacons lancerà un vero e proprio boicottaggio, invitando i cittadini romani a dirottare il proprio voto su altri candidati”.

L'unico sussulto di vitalità in casa Pd lo ha avuto il senatore Bruno Astorre: “Fin qui, come si suol dire, si è scherzato, ma credo che Carlo Calenda, ora, stia davvero esagerando nelle sue dichiarazioni, volte a screditare il Pd . spiega Astorre - Capisco che, avendo sondaggi non propriamente buoni dalla sua, Calenda voglia optare per una campagna elettorale che denigri gli avversari”. Quindi arriva anche il monito: "Per quale motivo continui ad attaccare non solo me ma, soprattutto, Goffredo Bettini”? Calenda è avvisato.