Politica
"Campo larghissimo", strada in salita ma non impossibile. Il segnale? Marattin che ha lasciato Renzi
Le difficoltà del Centrodestra facilitano il lavoro alle opposizioni
Se tutti coloro che non sono centro-destra si aggregano, possono fare la maggioranza assoluta e vincere le prossime elezioni. Facile a dirsi, più difficile a farsi
Il concetto di “campo largo” è tornato al centro del dibattito politico in Italia, con l’obiettivo di unire tutti i partiti dell’opposizione, dal Partito Democratico (PD) al Movimento 5 Stelle (M5S), passando per Italia Viva, AVS, Azione e altre formazioni. L’idea sottostante è semplice: il centro-destra non è maggioranza assoluta in Italia, è solo maggioranza relativa. Quindi, se tutti coloro che non sono centro-destra si aggregano fra loro, possono fare la maggioranza assoluta e vincere le prossime elezioni. Facile a dirsi, più difficile a farsi, perché l’aggregazione delle forze politiche, più che le leggi dell’aritmetica, segue quelle della chimica. Quando due o più partiti si uniscono danno vita a qualcosa di diverso dalla semplice “somma” dei partiti stessi. Qualche volta è qualcosa di più, spesso è qualcosa di meno. In ogni caso, come detto, è qualcosa di diverso.
Ci sono diverse sfide che rendono difficile la realizzazione di una grande alleanza “di opposizione” a livello nazionale. Uno dei principali ostacoli è la presenza di forti divergenze, anche personali, tra i leader dei vari partiti. Giusto per fare un esempio emblematico, come ben sappiamo Matteo Renzi di Italia Viva e Giuseppe Conte del M5S hanno un grosso conto in sospeso: è stato proprio Renzi a far cadere il governo Conte II, per aprire la stagione del governo tecnico di Mario Draghi. E anche una vera sinergia fra Renzi e Carlo Calenda appare piuttosto improbabile, alla luce dei conflitti che ci sono stati, nel recente passato, fra questi due leader. Le divergenze personali sono poi rafforzate da quelle programmatiche: sempre per rimanere su Renzi, come fa Italia Viva, con le sue posizioni neo-liberiste sul mercato del lavoro, a condividere una politica sul lavoro con AVS, che invece sostiene il ritorno a quelle maggiori tutele che fu proprio Matteo Renzi a voler ridurre?
La risposta a queste, e a molte altre domande, dovrebbe essere più o meno la seguente: per tenere insieme il “campo larghissimo” ci vuole uno scopo, di natura fondamentalmente politica, consistente nell’esigenza, condivisa da tutte le forze di opposizione, a qualunque costo, di battere nelle urne il centro-destra.
In sintesi, mentre l’idea del “campo largo” è teoricamente possibile, la sua realizzazione pratica richiede la risoluzione di numerose divergenze e la costruzione di un consenso più ampio tra i vari leader e partiti, focalizzato su un concetto di “unità contro le destre”. D’altra parte, più il governo Meloni appare incerto nel suo progetto politico amministrativo, più le forze dell’opposizione si sentono invogliate a mettersi tutte assieme e provare a dare una spallata. Può sembrare paradossale, ma la formazione del campo larghissimo è influenzata anche, più di quanto ci si possa aspettare, dal comportamento del governo.
Ma allora, concretamente, che probabilità c’è che questo scenario si realizzi? Se per campo larghissimo intendiamo davvero tutti tutti, Italia Viva compresa, una ragionevole stima potrebbe essere non oltre un 40% di probabilità. E’ vero che a livello locale qualche esempio di campo larghissimo, di successo, è già stato implementato. Ma sul piano nazionale il discorso è diverso, e le fratture del passato pesano notevolmente. Se invece per campo “largo largo” intendiamo tutti, ma senza Italia Viva (e quindi senza la figura divisiva oggi, per il centro-sinistra, di Matteo Renzi), allora la probabilità sale al 70%. E’ probabilmente in questo senso che va letta la recentissima decisione, da parte di Luigi Marattin, di uscire da Italia Viva. Apparentemente una piccola mossa, che potrebbe però avere conseguenze tutt’altro che marginali sull’evoluzione dello scenario politico italiano. Potrebbe in pratica fungere da catalizzatore della formazione del campo larghissimo.