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Politica
Caso Foa, il Cav: "Matteo prigioniero dei 5 stelle". Ma Salvini tira dritto

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sono ai ferri corti, o almeno così parrebbe. Il casus belli è ovviamente la nomina di Marcello Foa alla presidenza Rai, nomina per la quale in commissione di vigilanza sono necessari i voti di Forza Italia che il Cavaliere non è disposto a concedere.

Salvini dal canto suo è convinto che l'alleato alla fine cederà e imporrà di votare Foa ai membri forzisti della commissione, sconfessando la "strana" alleanza di comodo con il Pd. Berlusconi, secondo il Ministro dell'Interno, ha infatti tutto il vantaggio a non far saltare il nome di Foa, perché - qualora ciò dovesse accadere - egli vedrebbe saltare tutte le prossime venture alleanze di Centrodestra.

La Stampa, ripresa anche da Libero Quotidiano, pubblica un articolo secondo cui il Cavaliere sarebbe su tutte le furie: "Matteo la smetta di prendermi in giro, facendo finta di non capire quale sia il problema di fondo". Problema di fondo, ovviamente, è che Foa è graditissimo al m5s e che la scelta del suo nome è stata un autentico smacco a Berlusconi, anche perché Salvini non lo ha minimamente consultato in merito costringendolo ad "accettare" il fatto compiuto. 

La situazione dovrebbe sciogliersi mercoledi 1 agosto. Nel giallo vivido dell'estate leonina, insomma, si vedrà se la parte "gialla" dell'escutivo M5s-Lega avrà il sopravvento nelle logiche della Realpolitik. Tuttavia, sono in molti a ritenere che la diatriba sul nome di Foa sia in realtà un giochetto astuto tra Salvini e Berlusconi per strappare nomi di garanzia (per Mediaset) alla direzione dei vari telegiornali del servizio pubblico, e quindi per mettere nel sacco proprio i 5 stelle, che dal canto loro - secondo una fisiologica dinamica spartitoria, di fronte alla quale nessuno è innocente - vorrebbero piazzare i propri. 

Il Pd, in tutto questo, resta alla finestra a guardare (come sempre accade negli ultimi tempi) che altri decidano, scelgano, dispongano, manovrino le pedine sullo scacchiere della politica italiana. Finendo addirittura per confidare nella fedeltà dell'ex nemico Berlusconi, un tempo il male assoluto e supremo e che oggi invece diventa un alleato al quale aggrapparsi con forza per paura di naufragare, augurandosi che - da "caimano" qual è - non risponda con un colpo di coda ben assestato mandando all'aria lo strano accordo. 

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