Politica
Caso Siri, pressing per la nomina dal MdI. Ecco perchè diventa un caso Salvini
Armando Siri divide Lega e M5s, il caso Siri diventa anche un caso Salvini. Ecco le mancanze del ministro dell'Interno
Caso Siri.
E' bufera politica e mediatica sul sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri; rapporti ambigui e poco trasparenti con Paolo Arata, l'amico per cui si è mosso nei giochi di potere sull'eolico in cambio della promessa o donazione di 30 mila euro.
Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, ad essere tirato in causa, oltre che il sottosegretario leghista, è proprio il leader del Carroccio nonchè Ministro dell'Interno Matteo Salvini il cui ruolo politico risulterebbe manchevole di giudizio.
Responsabilità mancate quelle di Salvini che avrebbe dovuto conoscere l'attività imprenditoriale di Arata al quale aveva affidato la stesura del programma della Lega sull'energia.
Risalgono al 16 luglio 2017 tre tweet di Salvini che portano l'attenzione su quella che era già ad allora considerata una figura di rilievo nelle future politiche leghiste; infatti al convegno della Lega Nord a Piacenza il leader della Lega rilanciava sui social l'intervento dell'ex forzista Arata, che non nascondeva di essere un imprenditore del settore energia.
Ciò che viene contestato al 69enne da parte dei pm è l'essere prestanome di un imprenditore come Vito Nicastri, da sempre vicino al boss mafioso Matteo Messina Denaro. E' così che entra in gioco la figura di Salvini, nello specifico la sua poca conoscenza dell'uomo a cui ha affidato il programma della Lega sull'energia: imprenditore che con i propri familiari è titolare di un impianto di energia eolica a Calatafimi-Segesta (la Etnea Srl) e della Solgestra Srl che vuole costruire due impianti per il trattamento dei rifiuti nella provincia di Siracusa. Con altre due società invece Arata punta a creare dei campi foto-voltaici e con la Soclara punta alla costruzione di impianti di biogas.
Le responsabilità di Salvini vengono così ad acuirsi se si pensa che Arata, l'uomo nell'energia, a cui ha fatto affidamento è particolarmente legato al nome di Vito Nicastri, l'uomo dell'eolico al quale hanno sequestrato 1,3 miliardi di patrimonio perchè ritenuto legato a Matteo Messina Denaro.
I pm ritraggono così il volto siciliano del business eolico Vito Nicastri: "Condannato in via definitiva per i reati di corruzione e truffa aggravata, commessi in relazione a iniziative imprenditoriali nel settore delle rinnovabili, a Nicastri è stata applicata, nel 2012, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, nonchè quella reale della confisca di un ingentissimo patrimonio, accumulato ilecitamente" e, secondo quanto aggiunto dalla procura, elargito proprio al boss. Concorso in associazione mafiosa nato da attività speculative su terreni agricoli "con il contributo di appartenenti al al sodalizio mafioso, facendo loro guadagnare somme di denaro, in parte destinate anche al latitante Matteo Messina Denaro".
Ciò che risulta degno di nota da parte della Procura è il sodalizio reiterato tra Paolo Arata e Vito Nicastri, anche dopo l'arresto di quest'ultimo.
Per i pm "Arata ha trovato interlocutori all'interno dell'Assessorato all'Energia della regione Sicilia, tra tutti l'Assessore Pierobon, grazie alla mediazione di Gianfranco Miccichè, a sua volta contattato da Alberto Dell'Utri (fratello di Marcello)".
La colpa di Salvini, e in generale della Lega, risulterebbe quindi quella di non aver saputo prevedere conoscere l'attività imprenditoriale di Arata e i suoi rapporti licenziosi con personaggi oscuri del mondo mafioso come Vito Nicastri, nonchè di aver fatto affidamento su Armando Siri accusato di aver usato il suo potere per concordare interventi normativi in favore di chi gli prometteva soldi.