Politica

Torna lo spettro della crisi economica. Italiani e la politica internazionale

Sondaggio Ispi 2023

Alleati nel mondo: è il momento delle scelte (di campo)

 

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SONDAGGIO ISPI 2023

GLI ITALIANI E LA POLITICA INTERNAZIONALE

Con il commento del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani

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A quasi un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, aumentano tra gli italiani i timori di una crisi economica legata alla guerra e alla crisi energetica, così come l’incertezza circa l’esito del conflitto, mentre la paura della pandemia arretra. Ma c’è anche altro che scorre, sottotraccia. Come il progressivo ma continuo allontanamento tra la Cina e l’Occidente. O l’ambivalenza verso l’Ue: da un lato minore fiducia nel Parlamento europeo a causa del Qatargate, dall’altro voglia di investire in un esercito unico europeo. Giunto ormai al suo nono anno, il sondaggio ISPI realizzato da IPSOS rivolge agli italiani alcune domande chiave sulla politica internazionale degli ultimi dodici mesi. Cosa pensano gli italiani degli eventi cruciali dell’ultimo anno e dei trend di fondo della politica internazionale? Quali sono le principali minacce per l’Italia? E come giudicano gli italiani i rapporti con i principali partner europei e internazionali? Il sondaggio ISPI commentato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani:

 

1. Minacce, Italia: torna lo spettro della crisi economica, crolla la pandemia

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Persino nell’anno dell’invasione russa dell’Ucraina, il conflitto viene indicato solo come terza minaccia per l’Italia (8% delle preferenze). Cresce tuttavia la paura di una nuova crisi economica (dal 43% del 2021, dato minore di sempre, al 52% di oggi), che riflette con ogni probabilità le conseguenze del conflitto e della crisi energetica. Crolla invece la percezione che la pandemia sia ancora una importante minaccia per l’Italia (dal 19% al 3%).

 

2. Alleati nel mondo: è il momento delle scelte (di campo)

 

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Quello del dopo-invasione è un mondo sempre più polarizzato e diviso in blocchi. Quando agli italiani si chiede se alcuni attori o paesi siano o meno un alleato dell’Italia nel mondo, le opinioni si fanno sempre più nette.

NATO, UE e Stati Uniti vengono percepiti come alleati da almeno il 60% degli italiani, con UE e Usa in crescita rispetto alle rilevazioni precedenti, e la NATO che raccoglie addirittura maggiori consensi rispetto all’Unione europea (64% vs 62%). Crollano, invece, le percezioni di “alleanza” nei confronti di Cina e Russia. Quelle verso Pechino erano in forte calo già nel 2021, e proseguono oggi la loro discesa (dal 36% del 2020 al 16% attuale). Quelle verso Mosca, che nel 2021 avevano conosciuto un calo più moderato, oggi crollano (dal 28% del 2021 scorso al 10% di quest’anno).

 

3. Russia, la bestia nera del mondo

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Ultima come possibile alleato, la Russia compie invece un balzo in avanti come prima minaccia per il mondo. In salita di ben cinque posizioni, Mosca è indicata come maggiore minaccia da oltre un terzo degli italiani (36%, quasi quintuplicato rispetto all’8% degli anni precedenti).

Scende al secondo posto la Cina, che solo l’anno scorso gli italiani indicavano come maggiore minaccia (dal 34% al 13%), non lontana dagli Stati Uniti (in crescita dal 9% al 13%). Crolla invece l’interesse per i Paesi “minori”, persino quelli come l’Iran in preda a sconvolgimenti interni (sceso dal 19% al 6%) e la Corea del Nord (dal 14% al 5%).

 

4. … ma bisogna diffidare anche di Pechino

 

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Malgrado la Russia occupi i pensieri di molti, tanto da scalzare Pechino nella classifica delle minacce per il mondo, a una domanda diretta su Pechino gli italiani paiono concordi: tra chi esprimere un parere, più di tre quarti (78%) sostengono che la Cina non sia affidabile.

Per questo motivo gli italiani si trovano d’accordo con la decisione del Governo italiano di imporre maggiori controlli sanitari per le persone che arrivino in Italia dalla Cina. Solo una piccola minoranza (10%) ritiene la Cina un partner affidabile, mentre una simile proporzione di cittadini (12%) non è d’accordo con maggiori controlli sanitari perché ritiene che la pandemia sia finita, e non perché pensi sia giusto fidarsi di Pechino.

 

5. Ucraina: sempre meno certezze

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Sul conflitto russo-ucraino, gli italiani concordano principalmente su una cosa: l’incertezza che lo circonda. Se lo scorso aprile, a meno di due mesi dallo scoppio del conflitto, erano esattamente uno su quattro (25%) le persone che non avevano un’opinione sul suo possibile esito, oggi questa quota è salita a uno su tre (33%).

Scende invece la quota di persone che crede che il conflitto potrebbe essere risolto attraverso un accordo di pace (dal 44% al 31%), che tuttavia rimane l’opzione più probabile per chi sceglie di prendere posizione. Sale la quota di italiani che ritiene che il conflitto possa condurre a un colpo di stato in Russia (dal 10% al 16%).

 

6. … salvo che sull’ingresso in UE

 

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C’è tuttavia una cosa sulla quale gli italiani sembrano concordare: l’Ucraina dovrebbe, presto o tardi, entrare a far parte dell'Unione europea. Tra gli italiani che esprimono un’opinione a riguardo, esattamente due su tre (67%) sono per il sì.

All’interno di tale posizione prevale, tuttavia, la convinzione che l’Ucraina dovrebbe attendere un certo tempo prima di fare il proprio ingresso (38%) rispetto a chi ritiene che Kiev dovrebbe essere accettata subito all’interno del più importante consesso europeo (29%).

 

7. Il Qatargate “sfiducia” il Parlamento europeo

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Dopo lo scandalo Qatargate, la fiducia degli italiani nel Parlamento europeo sembra essere molto diminuita. Solo per l’11% di loro il Parlamento europeo non avrebbe perso credibilità in seguito allo scandalo, mentre per 4 italiani su 10 il PE avrebbe perso “totalmente” la propria credibilità (41%).