Politica
Nuovo codice della strada, maxi stretta su droghe e telefoni. Ma la missione di salvare vite rischia di diventare un boomerang
Il rischio che norme eccessivamente rigide, senza un reale beneficio dimostrato, si trasformino in strumenti di controllo sociale più che di prevenzione
Nuovo codice della strada, stretta su alcol, droghe e cellulari. Ma la prevenzione dovrebbe passare dalla formazione...
Il nuovo codice della strada tocca molti punti critici e sollevano questioni interessanti tra cui l'iper-tecnologia e incapacità alla guida. Oggi l'iper-tecnologia nelle autocontribuisce a una crescente incapacità dei conducenti di guidare in modo autonomo e consapevole. Sistemi come il cruise control adattivo, l’assistenza alla frenata e i dispositivi di parcheggio automatico rendono la guida più semplice, ma al contempo possono ridurre la percezione del rischio e la capacità di reagire in situazioni critiche. Questo fenomeno, noto come "deskilling", riguarda non solo la guida ma anche molti altri aspetti della nostra vita quotidiana dominata dalla tecnologia.
Sarebbe utile integrare i corsi di guida con un’educazione specifica al rapporto uomo-tecnologia per insegnare a gestire la guida assistita, invece di puntare solo su normative più rigide. Se si aggiunge che la società odierna è permeata da un senso di paura generalizzato, in cui si riflette anche nel modo in cui le persone guidano aumentando uno stato di ansia alla guida si comprende come la questione incidenti non si affronti solo con leggi più severe o con il controllo sociale, ma con una maggiore formazione pratica e psicologica. Educare le persone a decidere e ad essere sicure delle proprie capacità potrebbe ridurre l’insicurezza, invece di alimentare una cultura del controllo basata su sanzioni e telecamere ovunque.
Matteo Salvini rispondendo a Vasco Rossi spiega che le sue intenzioni sono quelle di salvare vite dagli incidenti stradali (meno di 4000 all’anno), ma a me sembra una risposta ridicola se pensiamo che ogni anno muoiono 90.000 persone per uso di tabacco e non è stato fatto nulla di concreto a riguardo da Matteo Salvini, certo non è il suo specifico campo come ministro ma se si vogliono salvare vite basterebbero iniziative specifiche come Lega. La retorica del “salvare vite” sembra più uno slogan che una reale strategia, considerando che altri ambiti oltre al tabacco possiamo prendere in considerazione l’alcol o l’inquinamento che causano molte più vittime senza ricevere la stessa attenzione normativa.
Questo ci porta a chiederci: perché tanto accanimento sulla strada e così poco su altre cause di mortalità? La risposta potrebbe risiedere in una questione di consenso politico e di immagine: è più facile fare propaganda su temi visibili e immediati, come la sicurezza stradale, piuttosto che affrontare lobby potenti come quella del tabacco.
Ma un paragone più interessante e tra la Shariʿa e la libertà individuale, alcune norme del nuovo Codice della Strada sono particolarmente severe (come l’inasprimento delle multe e l’uso massiccio di controlli automatizzati) danno una deriva autoritaria molto vicina alle logiche da Salvine contestate ai musulmani, in nessun paese dove è applicata la Shariʿa si possono trovare delle leggi così rigide. Matteo Salvini va verso un tentativo di imporre un suo "califfato"?
Il rischio che norme eccessivamente rigide, senza un reale beneficio dimostrato, si trasformino in strumenti di controllo sociale più che di prevenzione. Il nuovo Codice della Strada sembra essere più orientato a una strategia di consenso politico e di controllo sociale che a una reale risoluzione dei problemi legati alla sicurezza stradale. La prevenzione dovrebbe passare attraverso educazione, formazione e infrastrutture adeguate, piuttosto che attraverso norme sempre più repressive. Inoltre, sarebbe interessante aprire un dibattito pubblico più ampio sul perché si interviene in modo così deciso su alcune questioni (come la guida) mentre si ignorano altre (come il tabacco o l’alcol), nonostante le evidenze sui loro effetti letali.