Politica
Crosetto come Scajola? Attico gratis (per ora). Conte: "Spieghi in Aula"
Scoppia un nuovo caso. Il leader M5S: "Abbiamo una classe politica che sta tornando ai privilegi di un tempo"
Crosetto, nuovo caso sul ministro della Difesa
Giuseppe Conte picchia duro sulla maggioranza. E non si fa sfuggire i "regali" che il Centrodestra sforna quasi quotidianamente. Crosetto "prima di partire (nella sua attività di ministro ndr), dichiarò a un giornale che era assolutamente inopportuno che lui andasse a fare il ministro della Difesa; il giorno prima rappresenta le imprese che operano nella Difesa e il giorno dopo va a fare il ministro della Difesa? Immaginate il coacervo di rapporti anche personali, conoscenze, il conflitto di interessi sistemico che si porta dietro? Ora scopriamo che anche l'appartamento gli viene offerto. Lo sta pagando adesso o dopo la ristrutturazione?" Ma questo in fondo non c'entra: conta che "c'è un imprenditore che opera nel settore della Difesa" e che dà la casa al ministro. "Sicuramente chiederemo un chiarimento, ma dovrebbe essere lui a venire subito in Parlamento per chiarire", ha scandito il leader del M5s, Giuseppe Conte, dai microfoni di Radio 24.
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"Ormai stiamo tornando ai privilegi di un tempo", ha aggiunto. Il caso è stato sollevato ieri dal Fatto Quotidiano e riguarda il superattico da 220 metri a Roma, a due passi dal Vaticano, in cui vive Guido Crosetto da qualche mese, senza versare un euro (secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio). La casa appartiene infatti a un suo amico che, a causa dei ritardi nei lavori di ristrutturazione, ha deciso di non fargli pagare nulla momentaneamente. Ma l'amico di Crosetto, Carmine Saladino, è anche un imprenditore che ha rapporti con soggetti pubblici nel settore chiave delle investigazioni e della cybersecurity e anche della difesa. Per Crosetto non c’è nessun motivo di imbarazzo.
Un episodio che fa venire in mente i casi del ministro Scajola, quando nel 2010 e nel 2013 fu indagato per l'appartamento davanti al Colosseo pagato (in parte) "a sua insaputa" (il caso andò in prescritto in secondo grado dopo l'assoluzione in primo grado) e per l'altro caso delle ristrutturazioni nella sua villa di Imperia con alcuni pagamenti che, secondo l'accusa, sarebbero stati inferiori al valore degli interventi compiuti. Anche qui fu assolto con la formula "il fatto non sussiste".
Tornando a Crosetto: il ministro ha dovuto pagare fino a ottobre la vecchia casa per "colpa" di Saladino, non essendo pronta la nuova. Una scrittura privata gli garantiva il possesso legittimo e a novembre ha registrato il contratto che - sostiene sempre Crosetto - prevede il primo pagamento mensile da 5 mila euro a gennaio 2024.