Politica
Di Maio: la lettera (integrale) con il suo addio e la sua eredità politica
Il ministro uscente se ne va, ma prima dà indicazioni alla politica sulla linea atlantica. Il nuovo ministro degli Esteri ne terrà conto?
La lettera di addio di Di Maio - il commento
Come si vede si tratta di una lettera abbastanza di circostanza e stereotipata sulla quale però si aggiungono interessanti elementi di novità, rispetto al passato. La presenza della guerra in Ucraina spinge Di Maio ad auspicare una continuità d’azione con visione atlantica del governo Draghi, per la difesa dei valori occidentali.
Di Maio ha voluto ribadire la fedeltà dell’Italia e questo è frutto del clima di incertezza creatosi dopo la dichiarazione di ritrovata amicizia che Berlusconi ha fatto a Putin, mettendo in crisi Giorgia Meloni che della conversione all’atlantismo aveva fatto il suo punto irrinunciabile della sua proposta di politica estera. Soprattutto per la presenza nella coalizione del centro – destra della Lega Nord con Matteo Salvini in passato grande sostenitore di Vladimir Putin.
La situazione si è poi ulteriormente ingarbugliata per il fatto che il ministero degli Esteri proposto era -ed è ancora- in quota Forza Italia nella persona di Antonio Tajani che della linea atlantica è stato in effetti sempre difensore.
In effetti, in ambiente diplomatico, si è fatto notare come sia la prima volta che un ministro uscente lasci, per così dire, indicazioni al suo sostituto. Nell’ambiente paludato della diplomazia una vera e propria rivoluzione che restituisce però il segno della tensione che si sta vivendo in queste ore.