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Politica
Elezioni, Centrodestra con 6 liste. Ecco il piano di Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi ha in mente uno schema ben preciso con il quale presentarsi alle prossime elezioni politiche nel 2018. Uno schema che prevede una legge elettorale proporzionale, l'Italicum - bis corretto e rivisto, che assegni il premio di maggioranza anche alla coalizione (e non solo al partito/lista) che riuscisse a superare il 40% dei voti. Poi, nel caso in cui nessuno raggiungesse questa soglia, "si vedrà", spiegano fonti parlamentari azzurre ad Affaritaliani.it. E in quel "si vedrà" si cela l'ipotesi di Grande Coalizione modello Germania con il Pd di Matteo Renzi e con i vari cespugli centristi.

Ma il piano A dell'ex Cavaliere prevede una coalizione di Centrodestra che comprenda anche i lepenisti Salvini e Meloni ma che vada ben al di là della destra dura e pura. Accanto a Forza Italia, alla Lega (che quasi certamente toglierà nel simbolo la parola Nord per presentarsi in tutta Italia) e a Fratelli d'Italia-An dovrebbe esserci - secondo il progetto di Berlusconi - altre tre liste. La prima è ovviamente Direzione Italia (ex Conservatori Riformisti) di Fitto, molto forte soprattutto in Puglia e che nei sondaggi si attesta intorno all'1,5-2%. Poi ovviamente ci sarebbero i Sovranisti di Alemanno e Storace, movimento che potrebbe sottrarre consensi alla Meloni ma che per l'ex Cav ha il diritto di far parte della coalizione. La sesta lista, infine, che ovviamente non potrà chiamarsi "Popolare" per non far infuriare Salvini (ricorda troppo Alfano), nascerebbe dall'unione fra il gruppo di Quagliariello, la Democrazia Cristiana di Rotondi, i Socialisti di Caldoro, i Repubblicani di Nucara, i Liberali di De Luca e l'ex ministro della Difesa Mauro.

I piccolissimi saranno costretti a mettersi insieme, ragionano in Forza Italia, onde evitare di restare fuori dal Parlamento. Necessariamente, per consentire di non disperdere voti, all'interno della coalizione la soglia di sbarramento per avere seggi alla Camera e al Senato dovrà essere molto bassa, non oltre il 2% e magari prevedendo, com'era per il Porcellum, il recupero della prima lista sotto il 2% nell'attribuzione dei seggi. E il candidato premier? Niente primarie modello Pd. Stando allo schema di Berlusconi, con il proporzionale le primarie si faranno direttamente nelle urne. Se Forza Italia prenderà più voti della Lega esprimerà il presidente del Consiglio (e l'ex Cav è sicuro di battere Salvini). Se invece a prevalere dovessere essere il Carroccio il premier lo indicherà Via Bellerio. Fermo restando che se non si raggiunge il 40% e non scatta il premio di maggioranza entra in scena il piano B, ovvero il governissimo con Renzi (numeri permettendo).

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