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Emilia in bilico. Caos e inchieste. Magistrati meno vicini al Pd ma...

Antonio Amorosi

L’inchiesta sui bimbi in affido sta sconvolgendo l’Emilia e il Pd. “Tutto è un segreto”. “Ma tranquilli. Se vince la Lega al primo soffio arrestano governatore”

E l’Emilia perde i pezzi a pochi mesi dalle elezioni. E con lei il “modello emiliano”, che è ancora il vecchio villaggio di cartone disegnato da Palmiro Togliatti nel dopoguerra. L’Emilia dei comunisti efficienti contro i “ladri della Dc nazionale”. Quella cosa lì. 

 

Da via del Nazareno sanno che dei pezzi sono venuti a mancare: la tv e i magistrati. L’Emilia della buona amministrazione, quella che politici e editorialisti di sinistra ripetono ai talk show e nei telegiornali a palle incatenate ogni volta ci sia occasione, sta scricchiolando. L’Emilia dove tutto ciò che altrove non funziona lì va benissimo. L’Emilia dove c’è efficienza e onestà. 

E’ stato facile ottenerla. E’ bastato nascondere la realtà cooptando ogni angolo della società.

 

Ma l’inchiesta “Angeli e Demoni” sui bambini plagiati e sottratti ai genitori, finiti nei circuiti horror dell’affido con un sindaco e un dirigente agli arresti domiciliari, ha colpito alla pancia. Prima c’è stata quella sulla ‘ndrangheta, sempre a Reggio Emilia, dopo 40 anni di silenzio e omertà, con la scoperta che la patria di Peppone e don Camillo è sopraffatta dai clan. E tanto ci sarebbe ancora da scavare sulle altre organizzazioni criminali, nel settore appalti, sulla rete di potere che lega cooperative, banche, istituzioni, gruppi massonici vari o anche solo sul versante rifiuti tossici. “Ma non si può. Ogni tanto parte qualche spiffero e un segreto trapela ma non più di questo”, spiega ad Affaritaliani un dirigente regionale che preferisce l’anonimato.

 

In via Aldo Moro, sede della Regione, c’è chi sfoggia sicurezza dicendo che il caso “non influenzerà il voto”. “Ma parliamoci chiaro: il pezzo che è venuto a mancare si chiama magistratura”, dice il dirigente, “una volta aveva un occhio di riguardo a sinistra. Da Tangentopoli in poi si era come chiuso un patto che io chiamo di civiltà”. 

Come di civiltà? 

“Dopo la distruzione della prima Repubblica l’idea che la destra di Berlusconi prendesse il comando del Paese negli anni ‘90 ha montato questo patto. Ma ora con l’uscita di scena del ‘Berlusca’ le crepe si aprono”, spiega, “ma non aspettatevi grandi cambiamenti. Faccio una previsione. Se malauguratamente alle regionali vincesse la Lega, al primo battito un po' fuori posto o che non garantisca lo status quo, arrestano direttamente il governatore. Quando un albero è cresciuto in un modo ci vogliono generazioni per cambiare natura. Non so se ci siamo capiti… Qui è tutto un segreto”.

 

Nella crepa aperta ieri e amplificata dalle tv si sono infilati i due vicepremier Di Maio e SalviniDi Maio: “Il modello ‘Emilia’ proposto dal PD, si rivela oggi come un sistema da incubo: bambini ‘selezionati’ e sottratti illegittimamente alle famiglie, per poi venire consegnati in una sorta di ‘affido horror’ a personaggi discutibili, tra i quali titolari di sexy shop, pedofili, gente con problemi mentali.” Salvini: “Pazzesco. Attivare subito una Commissione d’Inchiesta sulle case famiglia in Italia, come proposto da tempo dalla Lega: troppo spesso si guadagnano milioni di euro sulla pelle di bambini sottratti alle loro famiglie”.

 

Per il Pd non sarà facile recuperare, nonostante il presidente del gruppo alla Camera, il reggiano Graziano Delrio, nelle stesse ore faccia capolino su tutte le tv a bordo della Ong Sea Watch o il governatore Pd Stefano Bonaccini si scagli contro gli abusi: “Se un tribunale proverà reati e identificherà colpevoli, confido che le condanne siano esemplari e non ci siano sconti per niente e nessuno… contorni allucinanti… no però a teoremi o insulti che colpiscono un intero territorio, una comunità, i suoi servizi. Alcune dichiarazioni lette oggi sono irresponsabili e volgari perché offendono tutto questo e migliaia di persone, non me”. 

 

Tra dicembre e gennaio si vota e il centrodestra potrebbe avere qualche chance in più. Tra le file del Pd sembra mancare una linea politica, un’idea, una barra che tamponi la crisi del “modello emiliano”. Ma il gioco è semplice. I renziani odiano gli zingarettiani e viceversa. La conta si risolverà su chi andrà in lista e su chi resterà fuori. A quel punto potrebbero trapelare nuovi segreti. E con le crepe in campo...

(l'immagine in copertina è quella postata dal M5S Emilia Romagna)