Politica
Fontana bullizzato da De Luca, il "Sauron" del Vesuvio
Gli attacchi del governatore, che definisce il neo-presidente della Camera "troglodita" sono la dimostrazione di una critica che sfocia anche nel body shaming
De Luca contro Fontana: "È un troglodita"
Vincenzo De Luca, governatore della Campania, proprio non ce la fa a tenere la ciabatta chiusa e al 37° Convegno dei giovani imprenditori di Confindustria a Capri fa un balzo semi – felino (l’età chiattosa c’è tutta) e si impossessa del microfono ed esterna: "Sono tra quelli che non hanno ancora smaltito l'emozione, sono commosso per le due scelte fatte: Ignazio 'Benito' La Russa e quell'altro. Ora è la seconda carica dello Stato: mi auguro che vada vestito un po' meglio, senza la camicia e la panza di fuori, per motivi estetici".
Il governatore è un fiume in piena: “Le elezioni di La Russa e Fontana sono state non scelte di innovazione politica ma di politica politicante, come fu per Scilipoti. "La Russa e Fontana non mi sembrano scelte di innovazione politica, Fontana perfino pericoloso, rispetto a lui Ferdinando di Borbone era un rivoluzionario".
E poi ancora su Berlusconi: "È ancora in viaggio di nozze. Se ci sarà un Governo di spessore 'chapeau', ma non sia fatto di scelte come Ignazio Maria Benito o quell'altro troglodita". A questo punto De Luca è diventato un caso nazionale anche se è chiaro che sta puntando a fare il segretario del Pd ed è in campagna elettorale. Il suo modo di fare politica è quello di bulicame l’avversario di turno non peritandosi di scendere financo sul body shaming, la cui riprovazione è –a parole-tanto cara alla sinistra. Le considerazioni su come sia vestito e sulla “panza di La Russa” danno il segno del degrado istituzionale a cui è stata condotta l’Italia da soggetti come questo vecchio attrezzo della politica, che ha tra l’altro ha appena rispedito in lista bloccata il figlio Piero -imputato per bancarotta- a Montecitorio, altro che politica politicante degli altri.
Il riferimento che ha fatto a Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto di Borbone, dimostra come la sua cultura sia roba da fiera campagnola succhiata da qualche bignami di Wikipedia. Per quanto riguarda invece il riferimento a “l’altro, il troglodita” e cioè il nuovo presidente eletto della Camera, Lorenzo Fontana, peraltro anche vice – presidente della Lega, siamo all’insulto puro ed è semplicemente sconcertante il totale disprezzo della democrazia e dei suoi riti che De Luca dimostra.
Del resto le posizioni bizzarre dell’ex comunista e filosofo da passeggio De Luca sono note a tutti. In tempi di pandemia si esacerbarono ulteriormente perché dopo aver letto su Topolino di come i cinesi avevano chiuso la gente in casa per mesi cercò di imitarli. La psicanalisi può aiutare nella interpretazione del perché il soggetto è così: una volta, da piccolo, cioè ai tempi dei Borboni o qualche anno dopo, vide in Tv un servizio su Rudolph Giuliani e si eccitò come una salamandra ingrifata.
Da allora pensa di essere l’ex sindaco giustiziere di New York e poiché le istituzioni in Italia lo hanno lasciato colpevolmente fare ci ha preso gusto ed ha sfruttato il fatto che in questa nostra povera nazione più ti comporti male più vieni premiato. Poi in una terra di piombo e rifiuti, come è attualmente la Campania, peraltro bellissima per il paesaggio e la sua imponente storia, ha trovato chi lo apprezza e intrallazzando tra fiere paesani e pesci fritti è riuscito a imbambolare gli elettori che sono sempre pronti ad abboccare all’amo di un populismo sciatto e degradato come è il suo. Con quei suoi completini da misso dominico comunale, col suo orologino con quadrante bianco simil papale, col suo sguardo torvo da Sauron del Vesuvio / Monte Fato, per restare nella tematica Tolkien in questi giorni così di moda, non riusciamo più a togliercelo di torno.
E meraviglia che al coro degli impallinatori di Fontana si sia aggiunta una giornalista come Flavia Perina che chi è dentro a queste cose sa benissimo che faceva parte da giovane del Fronte della Gioventù e amava un libro su cui si sono formate generazioni di militanti e cioè “Gli uomini e le rovine” di Julius Evola, il filosofo guida dell’estrema destra. Chissà, forse la Perina è invidiosa di aver lasciato la barca troppo presto ed ora è afflitta dalla sindrome dell’ex. L’invidia per gli ex camerati è una brutta cosa.
In ogni caso, quello che succedendo in queste ore, è il segno che la democrazia in Italia non è ancora un fatto compiuto con una sinistra ancora violenta e prepotente che vorrebbe continuare a governare anche ora, senza essere stata scelta dal popolo italiano, un’arte questa in cui sono maestri.