Funerali di Papa Francesco, nell'omelia un siluro alle destre trumpiane ma anche a Zelensky, Ursula e Macron - Affaritaliani.it

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Funerali di Papa Francesco, nell'omelia un siluro alle destre trumpiane ma anche a Zelensky, Ursula e Macron

Due segnali forti dal cardinale Re e dal funerale di Papa Francesco: no alle politiche di chiusura verso i migranti ma anche alla ricerca della pace con "ragionevolezza". Il commento

Di Alberto Maggi

"Costruire ponti e non muri": il cardinale Re lancia un messaggio forte contro le politiche di chiusura

Sono due i punti chiave dell'omelia del cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio durante la messa esequiale di Papa Francesco. 'Costruire ponti e non muri' è un'esortazione che egli ha più volte ripetuto e il servizio di fede come Successore dell'Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell'uomo in tutte le sue dimensioni". Un chiaro segnale alla destra trumpiana (con il presidente Usa e consorte seduti in prima fila) di tutto il mondo, compreso il presidente argentino Milei, a non chiudere la porta a chi cerca una vita migliore e, come ha predicato per tutto il suo pontificato Bergoglio, gli Stati del mondo accolgano i migranti e non li rifiutino.

D'altronde il Cardinale Re ha ricordato il viaggio a Lampedusa per ricordare le migliaia di profughi annegati in mare e quello al confine tra Stati Uniti e Messico con il muro che impedisce ai migranti di attraversare il confine. Un messaggio forte, lanciato di fronte ai leader mondiali e alla stessa Giorgia Meloni che con l'operazione Albania ha fatto della lotta all'immigrazione clandestina un cavallo di battaglia dell'azione del suo governo. 

L'altro punto chiave è quello della pace con l'invito alla "ragionevolezza", diceva Francesco, come ha ricordato il cardinale Re. "Di fronte all'infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all'onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra - diceva - è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole.

La guerra - ha proseguito tra gli appalusi il porporato - lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta. 'Costruire ponti e non muri' - ha quindi concluso - è un'esortazione che egli ha più volte ripetuto e il servizio di fede come Successore dell'Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell'uomo in tutte le sue dimensioni". Un segnale questo che sembra indirizzato anche al presidente Zelensky, oltre che ovviamente a Putin e a Israele che continua a bombardare Gaza. Un messaggio al leader ucraino a non irrigidirsi e, appunto, con la "ragionevolezza" arrivare a un compromesso, quindi cedendo anche territori alla Russia, per salvare vite umane. D'altronde Bergoglio non ha mai chiuso i rapporti con Mosca che ha inviato a Roma la ministra della Cultura Olga Lyubimova per i funerali.

In sostanza, due segnali forti dal cardinale Re e dal funerale di Papa Francesco, sottolineati dagli applausi più forti e calorosi della folla in San Pietro e nelle vie adiacenti. No alle politiche di chiusura verso i migranti, quindi in definitiva una strigliata alle destre mondiali, ma anche la ricerca della pace sempre con "ragionevolezza" e quindi anche un'apertura di fatto al dialogo con la Russia, come sta facendo Trump, e quindi un siluro alle politiche portate avanti da Biden e soprattutto dall'Unione europea di von der Leyen e in particolare Macron che hanno chiuso ogni porta di confronto con Mosca parlando di riarmo e di prepararsi a un futuro di possibili conflitti.

Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, un Papa unico, irripetibile, che - come ha spiegato il cardinale Re - non guardava in faccia a nessuno e diceva le cose come stanno, anche se danno fastidio a Trump, Meloni, von der Leyen o Macron.