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G7, Meloni prende tempo sugli F-16. No di Lega e Fi. Ma l'export di armi vola

di redazione politica

L'Italia non ha gli aerei, ma Biden chiede a Roma di fare la sua parte. Salvini e Berlusconi non ci stanno. Intanto boom delle spedizioni di armi nel 2022

Via libera Usa agli F-16 in Ucraina, Meloni prende tempo ma c'è il no di Salvini e Berlusconi

"Accolgo con favore la storica decisione degli Stati Uniti e del suo presidente di sostenere una coalizione internazionale di jet da combattimento. Ciò migliorerà notevolmente il nostro esercito nel cielo. Conto di discutere l'attuazione pratica di questa decisione al vertice del G7 di Hiroshima". Così, in un tweet, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. 

Intanto il consigliere alla Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha confermato ai giornalisti presenti a Hiroshima che il presidente Joe Biden ha detto ai suo omologhi del G7 che gli Stati Uniti sosterranno uno sforzo congiunto per addestrare i piloti ucraini sui caccia F16, ma precisando che "non è il momento" dell'utilizzo di questi aerei nel conflitto.   

"Ora che abbiamo consegnato tutto ciò che avevamo detto di consegnare in modo da poter mettere gli ucraini in grado di fare progressi sul campo di battaglia, abbiamo raggiunto il momento di guardare in fondo alla strada e dire di cosa l'Ucraina avrà bisogno come parte di una forza futura per essere in grado di difendersi dall'aggressione russa. Gli aerei da combattimento F16 di quarta generazione ne fanno parte", ha affermato Sullivan. Tuttavia, ha aggiunto, "la nostra opinione è che non è questo il momento dell'utilizzo degli F16 nei combattimenti". Sullivan ha infine ribadito che l'equipaggiamento militare fornito all'Ucraina non è destinato a lanciare attacchi in territorio russo.

Il governo Meloni, secondo il Fatto Quotidiano, prende tempo. "L'Italia, come la Francia e la Germania, infatti non ha a disposizione gli aerei F-16 che invece sarebbero forniti da un gruppo di Paesi guidato dal Regno Unito e composto da Belgio, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi. Ma è probabile che al vertice Nato di Vilnius di luglio venga chiesto anche all’Italia di fare la sua parte".

Prosegue il Fatto Quotidiano: "Non disponendo degli F-16, l’Italia potrebbe dare il suo via libera indirettamente. Non sembra sul tavolo l’ipotesi di mandare gli Eurofighter né tantomeno gli F-35, ma potrebbe non opporsi all’invio dei Thypoon da parte del Regno Unito: questi aerei sono prodotti da un consorzio formato anche da Spagna, Germania, Italia".

Intanto, sempre secondo il Fatto "nella Lega e in Forza Italia nessuno voleva commentare apertamente la decisione degli Usa di aprire ai caccia. Ma la posizione di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi è sempre la stessa: “No ad armi offensive che possano produrre un’escalation”, è il senso del ragionamento nei due partiti alleati".

Vola l'export di armi italiane: in testa Turchia e Usa

Intanto, però, l'export di armi italiane nel mondo continua ad aumentare. Il Fatto Quotidiano dà conto del contenuto della relazione annuale del governo sull’export di armi è stata presentata dalla Presidenza del Consiglio al Parlamento in base alla legge n. 185 del 1990 e non ancora pubblicata.

"Nel 2022 le autorizzazioni del governo all’export di materiali d’armamento prodotti in Italia hanno raggiunto i 5 miliardi e 289 milioni di euro, il 13,5% in più rispetto al valore del 2021", scrive il Fatto. "L’incremento è di 627,9 milioni (+14%). Nel 2021 le autorizzazioni ammontavano a 4,661 miliardi, un importo allineato a quello autorizzato nel 2020".

Il settore è dominato dall’ex Finmeccanica, oggi Leonardo. "Il gruppo è il nono al mondo nella difesa per ricavi nel 2022, pari a 14,7 miliardi, l’80% generato da commesse nel settore difesa e governativo. Nel 2022 l’export autorizzato di Leonardo ammonta a 1,8 miliardi, seguita da Idv (Exor-Iveco) con 539,3 milioni, Mbda Italia (missilistica) con 304 milioni", prosegue il Fatto. Tra i paesi destinatari, in testa la Turchia e gli Stati Uniti. Ma nei primi posti anche Emirati e Arabia Saudita.