Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, non si ricandida
Galletti e il mancato rinnovo della Commissione Via e le politiche poco ambientali
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato ieri che non si ricandiderà per le prossime politiche:
La notizia è totalmente inaspettata perché un ministro che molla la cadrega è cosa rara e se poi il ministro ha un passato democristiano è un evento così raro da far sospettare che lo abbiano fatto fuori dalle candidature piuttosto che sia stata una scelta volontaria.
Galletti ha come mentore politico Pierferdinando Casini e del politico bolognese è stato il commercialista.
Dopo un passato parlamentare fatto di due elezioni, nel 2006 e nel 2008, approda nel 2014 al ministero dell’Ambiente, al posto di Andrea Orlando che migra alla Giustizia.
Da notare come nel 2013 Galletti non sia stato eletto e, in un primo tempo, sia stato sottosegretario al ministero dell’Istruzione, con Enrico Letta.
Il ministero dell’Ambiente e Galletti paiono un po’ il diavolo e l’acqua santa dato che il commercialista bolognese si è più volte espresso a favore del nucleare e questo non è certo un buon viatico per chi si dovrebbe impegnare in politiche di sostenibilità. Gli ambientalisti duri e puri, ma anche quelli impuri e molli, storcono il naso sospettando che la reggenza sia sotto sotto anti - ambientale:
http://www.radiocittadelcapo.it/archives/galletti-si-al-nucleare-anche-nel-nostro-giardino-46248/
Galletti dal febbraio 2014 ad oggi, e quindi in quasi 4 anni, si è dimostrato uno dei ministri meno ambientali che la storia italiana ricordi.
Vediamo perché.
Intanto su di lui spicca l’incredibile vicenda della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale, che tra gli addetti ai lavori è conosciuta come Commissione VIA.
Ebbene, questa commissione è il vero fulcro nevralgico del potere infrastrutturale italiano; infatti tutte le opere infrastrutturali, le Grandi Opere, devono passare il vaglio di questa temutissima, per i costruttori, Commissione.
Chi controlla la Via controlla, di fatto, le Grandi Opere strategiche che hanno un valore economico altissimo.
In 4 anni il ministro non è riuscito a rinnovarla (la commissione è scaduta addirittura nel 2014!) sebbene sia stata più volte attaccata per i suoi conflitti di interesse da tutta la stampa e sia anche stata oggetto di interrogazioni parlamentari. In verità, una volta, nel 2015, Galletti ci ha provato a rinnovarla, peccato che la Corte dei Conti gli abbia bocciato le nomine per incompatibilità dei CV e vicinanza politica dei membri indicati dal Ministero.
Desta anche meraviglia il disinteresse sulla questione della sottosegretaria all’ambiente Silvia Velo e del Presidente della Commissione Ambiente alla Camera, l’ecologista Ermete Realacci, entrambi Pd.
Qui alcuni link significativi al riguardo:
https://www.affaritaliani.it/politica/la-c-dei-conti-boccia-la-nomina-alla-via-441503.html
http://www.lanotiziagiornale.it/ambiente-del-magna-magna-al-ministero-galletti-va-a-tutta-clientela/
Negli ultimi due link ci sono anche polemiche e contestazioni sulla Sogesid, gestita da Marco Staderini, ritenuto anche esso vicino a Casini.
Naturalmente, dopo tanti anni di attesa, proprio in queste ore c’è stata una accelerazione per i processi legislativi di una nuova disciplina della Via che ne indebolisce la protezione ambientale, come hanno fatto notare organizzazioni ambientali come Italia Nostra:
https://www.ediltecnico.it/57743/nuova-via-valutazione-impatto-ambientale-tutele/
Ma i malumori ambientali non si esauriscono qui.
Il ministro Galletti è sempre stato spesso percepito come un “industrialista” poco incline alla tutela dei valori ambientali e, in effetti, non è che il partito di provenienza, l’Udc, mostrasse particolari attenzioni alla ecologia.
Recente è una polemica contro di lui dovuta a delle sue affermazioni poco ambientaliste sull’Ilva di Taranto:
https://www.peacelink.it/ecologia/a/44980.html
Gli ecologisti hanno, negli anni, contestato Galletti anche su altri aspetti, come una certa accondiscendenza sulla caccia, e una legge nefanda sui parchi, senza contare lo scarso impegno italiano alla lotta sui cambiamenti climatici che certamente non ha fatto strappare le vesti alle grandi aziende inquinatrici.
http://www.ladige.it/popular/ambiente/2017/03/29/riforma-parchi-polemica-molti-arretramento
Il fallimento ambientale del ministro Galletti può avere influito sulla sua non ricandidatura perché il sempre eterno Casini da Bologna già si è dovuto spendere non poco per salvare sé stesso, ma più probabilmente il fatto è dovuto ad un “riequilibrio” delle componenti centriste e per questa volta il ministro bolognese salterà il giro di valzer anche se sarà interessante seguire i suoi probabili spostamenti istituzionali in caso di Grande Coalizione e una sua possibile candidatura a sindaco di Bologna, nel 2021.