Politica
Governo Casellati, cresce l'ipotesi. Carta del Colle per arrivare al 2020
In caso di crisi governo di scopo per fare la Legge di Bilancio
Nel Palazzo si ragiona sui possibili sviluppi politici dopo le elezioni europee di domenica scorsa. La domanda è che fare se la maggioranza gialloblu dovesse implodere, ovviamente non sul caso Rixi (di fatto già archiviato) ma magari sui provvedimenti cari a Matteo Salvini e sui quali sta accelerando, come flat tax, autonomia regionale e Tav. L'ipotesi delle elezioni politiche anticipate a settembre sembra non convincere il Quirinale, soprattutto per i tempi molto stretti che ci sarebbero per formare un nuovo esecutivo in grado di varare la Legge di Bilancio entro fine anno ed evitare l'esercizio provvisorio. Ed ecco che nelle chiacchierate alla buvette prende corpo la possibilità che, in caso di caduta del governo Conte, il Presidente Sergio Mattarella provi la strada di un esecutivo di scopo per mettere in sicurezza i conti pubblici, rassicurare l'Unione europea e i mercati finanziari e magari tentare di riformare la legge elettorale inserendo un ulteriore correttivo maggioritario per poi andare alle urne nella primavera del 2020. E la figura alla quale starebbe pensando il Capo dello Stato è quella della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La seconda carica dello Stato è espressione della coalizione arrivata prima il 4 marzo 2018, il Centrodestra, proviene da Forza Italia e ha sempre avuto ottimi rapporti in questi mesi sia con la Lega (partito di maggioranza) sia con Fratelli d'Italia (partito di opposizione). Un governo a guida Casellati, che non sarebbe però né politico né tantomeno di legislatura, potrebbe quindi trovare in Aula i voti dell'ex coalizione di Centrodestra, Carroccio incluso, e forse anche di una fetta di deputati e senatori del Movimento 5 Stelle, in particolare di quelli eletti al Nord e di coloro che temono l'immediato ritorno alle urne con la quasi certezza di non ritornare in Parlamento. Per avere la maggioranza basterebbe il sì di 50-60 deputati pentastellati e di 30-35 senatori. Ma la speranza, stando almeno ai ragionamenti che si fanno in Forza Italia (partito che teme fortemenete il voto), è quella di ottenere anche l'astensione tecnica di una parte del Partito Democratico (in particolare dei renziani) motivata con il senso di responsabilità e con la necessità di non gettare il Paese nel caos. Ipotesi, al momento, ma che trovano via via sempre maggiori conferme.