Politica
Governo, crisi? Tutti i dossier bollenti sui quali Draghi può cadere
Il Parlamento rischia di diventare come il Vietnam per il governo
Draghi ostenta serenità, ma... Inside
"Clima disteso" durante la cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione della maggioranza, che si è tenuta prima del Consiglio dei ministri su superbonus e bollette. Era abbastanza ovvio che ci fosse la quiete dopo la tempesta, ovvero un breve rasserenamento all'indomani dell sfuriata del presidente del Consiglio contro le forze politiche della maggioranza nella quale, di fatto, ha dato 40 giorni ai partiti minacciando le dimissioni a inizio aprile.
Ma una rondine non fa primavera. E così il "clima disteso" di oggi non deve illudere nessuno. E infatti non illude nessuno. Sono numerosi i dossier aperti e caldi (anzi, bollenti) in Parlamento che nelle prossime settimane potranno trasformare il cammino dell'esecutivo a Montecitorio e a Palazzo Madama in una sorta di Vietnam parlamentare. D'altronde, nonostante la reprimenda di Draghi con tanto di incontro con il Presidente Sergio Mattarella al Quirinale, siamo ormai entrati in pieno in una sorta di campagna elettorale permanente in vista delle Politiche e la convivenza in questa eterogenea maggioranza sarà sempre più difficile.
Uno dei punti più delicati è sicuramente il codice degli appalti, che la Lega punta ad abolire completamente per facilitare la ripartenza (il famigerato modello Genova evocato molte volte da Matteo Salvini) e che invece i giallo-rossi, soprattutto i 5 Stelle, intendono difendere a spada tratta. Attenzione anche ad altri provvedimenti molto attesi, come ad esempio il Sostegni Ter che include gli aiuti al settore del turismo, il decreto Concorrenza e ovviamente anche il cammino parlamentare dei due decreti appena varati dal governo, quello contro il caro bollette e quello per arginare le frodi legate al Superbonus edilizio.
Il tutto senza dimenticare la riforma della ministra Marta Cartabia, che sul delicatissimo tema della Giustizia si intreccia con i cinque referendum sui quali il Carroccio punta tutto per rilanciare la propria azione politica. E ovviamente, ciliegina sulla torta, ci sono poi le misure anti-Covid. Con la fine dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo la Lega, e in parte anche Forza Italia, insisteranno per l'abolizione totale anche del Green Pass, ma una fetta del Pd (quella più vicina al ministro della Salute Roberto Speranza) e una parte del M5S si metteranno di traverso.
In questo contesto non facile Draghi sarà costretto a prendere di volta in volta una linea precisa rischiando di essere smentito (e di andare sotto come sul Milleproroghe) in Parlamento, sia da destra sia da sinistra. E' per questo che sono in molti, tra i partiti della maggioranza, a iniziare a pensare seriamente che l'uscita di scena del premier e il ritorno al voto, a giugno o a settembre, siano un'ipotesi sempre più probabile.
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