Politica

Conte, la "gaffe" sull'Avaro di Molière meglio delle barzellette di Berlusconi

Pietro Mancini

Governo/ La "gaffe" di Conte sull'Avaro di Molière meglio delle barzellette di nonno Berlusconi

Dopo l'insediamento del governo Salvimaio, qualche osservatore accostò la auto-definizione di Giuseppe Conte, "l'amico del popolo", a quella di Jean-Paul Marat (1743-1793), uno dei protagonisti della Rivoluzione francese. Il premier ha citato, nella conferenza-stampa di fine anno, l'Avaro, una delle commedie di Jean-Baptiste Poquelin (1622-1673), più noto come Molière, a proposito delle detrazioni di pochi euro sulle pensioni minime. Al giornalista Antonio Padellaro, il Presidente del Consiglio ricorda il Candido di Voltaire (1694-1778), che credeva di vivere nel migliore dei mondi possibili.

A mio avviso, Conte, nei primi 6 mesi di attività, ha meritato un 6,5, qualcosa di più della sufficienza. Nelle capitali estere, il professore pugliese è stato accolto, con rispetto. Si è presentato, con dignità, parlando in inglese, senza il cappello in mano, e non narrando, come faceva Berlusconi, barzellette, che provocavano, spesso, imbarazzo e... sorrisi. Una giornalista, Lucia Annunziata, già collaboratrice de "La Stampa", ha accostato il premier a un suo predecessore, il torinese Giuliano Amato, ex PSI, definendolo il "Dottor sottile 2". Io ritengo che la debolezza, politica, di Conte, rispetto ai leader forti della coalizione, Matteo Salvini e Gigino Di Maio, per uno di quei paradossi, non rari nel teatrino della politica, finisca per rafforzarne il ruolo di governante pacato e di garante equilibrato del governo con il Colle, con la UE e con i leader dei Paesi alleati.