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Governo, M5S verso l'astensione su Salvini. Nella Lega "nervosismo", ma...

Alberto Maggi

Governo, ipotesi astensione dei 5 Stelle sul caso Salvini-Diciotti. Ecco che cosa sta accadendo nella maggioranza

Per il momento è solo un'ipotesi. Ma, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il Movimento 5 Stelle al Senato, almeno in Giunta visto che in Aula serve la maggioranza assoluta dei componenti, si starebbe orientando verso l'astensione (o la non partecipazione al voto) sul caso della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, dopo che il ministro dell'Interno ha ufficialmente chiesto di non essere processato sul caso della nave Diciotti, e di votare quindi contro la richiesta dei magistrati.

I pentastellati non hanno ancora preso una decisione, come conferma ad Affaritaliani.it Mario Michele Giarrusso, capogruppo del M5S in Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato: "Stiamo valutando la situazione, certamente la responsabilità è collegiale ovvero di tutto il governo e non solo del ministro Salvini". E alla domanda se al momento ci sia una decisione da parte dei 5 Stelle sul voto in Giunta e poi in Aula su Salvini, Giarrusso risponde: "Ancora no".

Luigi Di Maio è stato il primo a dichiarare che la scelta sulla nave Diciotti non è stata presa solo dal ministro dell'Interno ma dall'intero governo. E infatti rileggendo le agenzie e i lanci stampa di quel periodo è evidente come sia il vicepremier 5 Stelle sia altri ministri come Bonafede, Toninelli e Giulia Grillo, oltre al premier Conte, sostenessero senza se e senza ma la decisione formalmente presa dal Viminale, ma politicamente adottata dell'intero esecutivo.

Ora Di Maio e Conte starebbero preparando una sorta di memoria per ribadire e sottolineare con forza come quanto accaduto sulla nave Diciotti, e quindi la contestazione dei pm a Salvini, sia stata una decisione collegiale di tutto il governo. Tanto che qualcuno starebbe anche ipotizzando di trasformare il processo al ministro dell'Interno in un processo all'intero esecutivo, anche se tecnicamente non è facile essendo la competenza del responsabile del Viminale.

Nella Lega, però, cresce il nervosismo. La nota condivisa dei capigruppo in Parlamento, Molinari e Romeo ("Processando Salvini si processa il governo"), è stato un punto fondamentale e condiviso con Salvini e Giorgetti. Così come le dichiarazioni ad Affaritaliani.it del salviniano Alessandro Morelli (clicca qui per leggere l'articolo) che ha parlato senza mezzi termini di "grossi problemi" per il governo nel caso in cui il M5S votasse sì all'autorizzazione. Tra i parlamentari del Carroccio si parla apertamente di "momento decisivo" per l'alleanza e l'esecutivo. "Visto che siamo al governo insieme e si tratta di una scelta politica dell'intero governo, come hanno detto bene anche Di Maio e i ministri M5S, sarebbe normale che votassero contro l'autorizzazione a procedere. Ma, quantomeno, si astengano", spiega un parlamentare leghista di lungo corso. Numeri alla mano, se i grillini non partecipassero alla votazione o decidessero di astenersi, il no di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia supererebbe senza problemi il sì di Pd e Liberi e Uguali.

Ma al Carroccio può bastare l'astensione? Non sarebbe normale che un alleato di governo si comportasse di conseguenza votando a difesa del vicepremier? Per diversi deputati e senatori leghisti l'astensione sarebbe comunque una ferita e un atto incomprensibile che metterebbe in difficoltà il governo. Ma la realpolitik di Salvini (e Giorgetti) - spiegano da Via Bellerio - vuole che almeno fino alle Europee non si apra una crisi di governo, "poi si vedrà" (e si vedranno soprattutto i numeri delle urne). Troppo importanti, per la Lega e per l'elettorato leghista, quota 100 che deve essere convenrtita dal Parlamento, la legittima difesa che sta per essere discussa e votata in Aula e l'intesa con Veneto e Lombardia per l'autonomia regionale.

Nulla è escluso, però, in casa 5 Stelle. Anche che alla fine Di Maio decida di votare contro l'autorizzazione a procedere per Salvini anche perché, spiegano fonti parlamentari pentastellati, "si tratta di un caso molto diverso rispetto a quelli del passato, sui quali abbiamo sempre votato a favore. E' stata una decisione politica e dell'intero governo". E' il segno che in casa M5S qualcosa sta cambiando. E' ovvio che per Di Maio era più semplice quando il ministro dell'Interno affermava 'mi processino', ora, dopo la lettera con la quale chiede di negare l'autorizzazione, la situazione è cambiata radicalmente e presuppone un dibattito interno. Dibattito sul quale pesa anche l'anima movimentista dei 5 Stelle, rappresentata soprattutto da Alessandro Di Battista, che quasi ogni giorno attacca il ministro dell'Interno e la Lega. "Certo non aiuta Di Maio e non aiuta la stabilità di governo", spiegano nel Carroccio parlando di Di Battista. "Ma sono problemi loro, noi parliamo con il capo politico e vicepremier e con il presidente del Consiglio". Punto.