Politica

Governo, Mantovano: “Non può essere deciso tutto in Europa”

"Governo non ricattabile, a partire dalla Giustizia"

È iniziata con Alfredo Mantovano la festa di Tempi a Caorle

 

Tunisia e Libia, riforma della giustizia e utero in affitto, inverno demografico e programmi del governo Meloni. È iniziata con Alfredo Mantovano la festa di Tempi a Caorle, che ha parlato di “Politica alla prova”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato il protagonista del primo incontro di “Chiamare le cose con il loro nome”, seconda edizione del Premio Luigi Amicone nella cittadina veneta. Lo riporta il sito Dagospia.

Mantovano: «Perché Meloni è nel mirino»

Davanti a un pubblico numeroso e attento, Mantovano ha parlato delle sfide e delle responsabilità di questi primi mesi a Palazzo Chigi: «Per la prima volta dopo anni c’è un governo sostenuto da una maggioranza chiara, intenzionato a rispettare gli impegni assunti in campagna elettorale. Dovrebbe essere la regola, ma gli ultimi undici anni hanno dimostrato che questa regola non è stata rispettata, avendo avuto governi non espressione di una manifestazione di voto».

Questa cosa non piace, ha spiegato Mantovano: «C’è un “partito” anti-italiano, che non si presenta alle elezioni, un raggruppamento trasversale con una precisa visione della storia, che pensa che l’Italia sia un paese sbagliato», un “partito” che si riconosce nel “Manifesto di Ventotene”, un documento troppo citato e troppo poco letto, in cui gli autori, Spinelli e Rossi, dicono chiaramente che il popolo non sa con precisione cosa volere e cosa fare: «Il popolo non è in grado di operare le sue scelte, se lo fa è pericoloso e va riorientato, persino il colore dei fiori da piantare nel giardino qui fuori deve essere deciso a Bruxelles – è questa la logica del Pnrr: se non fai come dico io ti tolgo i fondi».