Politica
Governo Meloni: Zangrillo rinuncia, Bassetti verso il ministero della Salute
Niente derby della Lanterna nel centrodestra: il medico personale di Berlusconi fa un passo indietro e le altre Covid star sono fuori gioco
Ministero della Salute: da Zangrillo un via libera a Bassetti
Tra le varie sfide che si stanno giocando in questi giorni per il cosiddetto totoministri c’è quella di un dicastero fondamentale in tempi di pandemia e cioè quello della Salute. I nomi che si sono sentiti più spesso sono stati due: Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele, nonché medico personale di Silvio Berlusconi e presidente del Genoa calcio e Matteo Bassetti, rettore della Clinica Malattie infettive dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova e Direttore della scuola di specializzazione in Malattie infettive sempre dell’Università di Genova.
Un derby di centrodestra tutto giocato sotto la Lanterna, visto che i due sono entrambi di Genova.
Ieri, domenica 9 ottobre, Zangrillo ha dichiarato ad Adnkronos: “La mia indisponibilità a ricoprire il ruolo prestigioso di ministro della Salute è definitiva e scaturisce dal profondo amore per la mia professione di clinico e professore universitario, ruoli che non voglio abbandonare”, dando così il via libera a Bassetti. Il Responsabile del San Martino è considerato una delle principali Covid–star per la sua massiccia e costante partecipazione a programmi e dibattiti televisivi che lo hanno reso noto alla maggioranza degli italiani. Il sospetto che fosse interessato a qualcosa di istituzionale si è avuto in realtà ben presto in quanto spesso ha commentato lo sviluppo della pandemia alla luce della politica e ha compiuto alcune strane oscillazioni che sono sembrate a qualcuno frutto di un piano ben preciso piuttosto che liberi deduzioni. Ad esempio sui vaccini e sulle mascherine non ha sposato una linea chiara e decisa ma piuttosto si è visto supportare sia posizioni critiche sull’efficacia e l’utilizzo di entrambi che posizioni a favore. C’è anche da dire che la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha oscillato parecchio. Come non ricordare quando il pessimo segretario generale Tedros Adhanom Ghebreyesus diceva –all’inizio- che le mascherine non servivano?
In ogni caso Bassetti in un primo tempo sembrava vicino a posizioni critiche poi è passato a posizioni filo e poi di nuovo critiche attirandosi anche le minacce dei no vax ma anche contemporaneamente le critiche dei sì vax. Ce ne siamo occupati in questo articolo.
Prima delle elezioni aveva detto che la Meloni non l’aveva ancora chiamato e che se l’avesse fatto si sarebbe poi visto cosa fare. A parte che – nel caso- si sarebbe dovuto proporre lui, la situazione è ferma appunto a prima del 25 settembre ed ora ormai i tempi sono maturi per una decisione. Le altre Covid star sono state tutte inesorabilmente eliminate. A partire dal pericoloso (per Bassetti) Massimo Galli zona Pd –Primario al Sacco di Milano ed ora in pensione- che è stato affondato da una indagine per cui ci sarà probabilmente un processo per presunte pressioni su dei concorsi pubblici.
Un altro suo pericoloso concorrente è stato Andrea Crisanti, microbiologo che i suoi nemici definiscono “zanzarologo” che è stato eletto senatore con il Pd nella Circoscrizione Estero. Infatti i due si sono spesso “beccati” in pubblici confronti. Ce ne occupammo qui.
Altro concorrente era Roberto Burioni che però è stato fatto fuori a sinistra, in un derby interno Pd, proprio da Crisanti. Anche lui aveva avuto aspri scontri con Bassetti.
Fatte fuori pure tutte le donne. Antonella Viola eliminata ancor prima di poter decollare. Ilaria Capua, veterinaria, in Parlamento c’era già stata. Barbara Gallavotti, biologa di Fazio, invece è stata una delusione totale. Sembrava destinata a grandi traguardi ed invece si è eclissata dopo un effimero successo ai tempi del lockdown, propiziato sicuramente dalla bella presenza.
E così al grido di “ne resterà uno solo” - ad imitazione di Highlander - è rimasto solo Matteo Bassetti
da Genova che ieri ha fatto fuori anche l’ultimo avversario Alberto Zangrillo.