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Politica
Governo, ok della Camera alla fiducia con 350 sì e 236 no. 35 astenuti

Il governo Conte incassa la fiducia alla Camera con 350 si' contro 236 no, 35 gli astenuti. I presenti erano 621, 586 i votanti, la maggioranza era a 294. Prossimo appuntamento, le Commissioni permanenti dei due rami del Parlamento: i Gruppi dovranno indicarne i rispettivi componenti, starà poi a loro eleggere presidente e ufficio di presidenza di ciascuna commissione. Venerdì e sabato, poi, si terrà il primo impegno internazionale per il premier, con il G7 a La Malbaie in Canada.

Nel corso della discussione programmatica, il premier ha subito un pesante attacco da parte dei capigruppo del Pd e di FI. "Conte - ha tuonato Graziano Delrio - non venga a parlare in quest'Aula di cose che non conosce, sia umile. Studi, abbia umiltà di studiare, non venga qui a fare lezioni. Non faccia il pupazzo in mano ai partiti, si faccia sentire. Lei ha detto di essere orgoglioso di essere populista, ma stia attento con le parole perché in nome del popolo sono stati commessi genocidi: sto parlando della storia dell'Europa". Delrio ha poi ripreso Conte che nel suo intervento ha citato il fratello di Sergio Mattarella, assassinato dalla mafia, definendolo "un congiunto" del capo dello Stato. "Piersanti, si chiamava Piersanti", scandisce l'ex ministro tra la standing ovation dei deputati dem.

Primo scontro aperto in Aula alla Camera tra il Pd e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Nel corso della replica sul dibattito per la fiducia, infatti, di fronte alle manifestazioni di dissenso di alcuni deputati dem sulla parte relativa al conflitto di interessi, Conte ha chiesto di non essere interrotto. A questo punto e' intervenuto Roberto Fico, contro il quale si sono immediatamente contrapposti verbalmente i deputati Pd Emanuele Fiano e Ivan Scalfarotto, accusando il presidente della Camera di parzialita'. Piccata la risposta dello stesso Fico, il quale ha fatto presente di essere "qui come terzo indipendente per far funzionare bene l'Aula". "So benissimo - ha aggiunto - cosa significa essere seduto qui ed essere indipendente - ha precisato Fico - cio' che mi interessa adesso e' far proseguire il presidente del Consiglio e poi ci saranno le dichiarazioni di voto".

SI' ALLA FIDUCIA DA VITTORIO SGARBI (FI) - ''Il sì di Sgarbi è utile, ci serve...''. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario del presidente del Consiglio, esce dall'Aula della Camera a fine giornata e passeggia in Transatlantico, a Montecitorio, poco prima del voto di fiducia al governo Conte. Il numero due della Lega sorride e con una battuta commenta il sì a sorpresa e in controtendenza rispetto alla linea ufficiale del 'no' di Fi, dell'azzurro Vittorio Sgarbi. E' rimasto deluso, invece, dal voto contrario del partito di Silvio Berlusconi, non serviva un'astensione? ''Oggi, no'', taglia corto Giorgetti. Qualche ora prima aveva fatto sentire la sua voce in proposito Matteo Salvini: "No, non sono rimasto male per il 'no' di Fi alla fiducia, è giusto così, si tratta di un percorso corretto così''.

IL DISCORSO DEL PREMIER A MONTECITORIO - "Non ci sottrarremo a investimenti sulle infrastrutture: sono parte fondante del nostro programma", dice il premier. Che poi sottolinea l'importanza delle politiche per il Meridione. "Avere un ministro per il Sud è stato un gesto di grande attenzione. Tenete conto che ancora oggi non riusciamo a utilizzare appieno i fondi destinati al Sud. L'opera di razionalizzazione di questi fondi sarebbe un primo passo avanti". E durante il discorso del premier, bagarre sul conflitto d'interesse con il Pd che critica l'affermazione di Conte: "Con noi gli onesti non devono avere timore di nulla".

"Noi siamo per negoziare su questo fronte", quello della "discesa progressiva del debito", dice Conte. Bisognerà vedere come arrivarci" trattando "anche a livello europeo e andremo a quei tavoli volendo esprimere anche un indirizzo politico". Il premier parla di un "vasto programma di investimenti pubblici infrastrutturali potrebbe essere attuato e finanziato in deficit senza creare un problema di sostenibilità dei debiti pubblici".

Il premier interviene anche sul tema dell'efficacia dell'azione dell'Autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone. "Ho lanciato l'idea di valutare bene il ruolo dell'Anac che non va depotenziato. In questo momento però non abbiamo i risultati che ci attendevamo e forse avevamo investito troppo. Possiamo valorizzare Anac anche in prospettiva di prevenzione e rafforzare la fase di prevenzione, in modo di avere una sorta di certificazione anticipata degli amministratori pubblici per poter procedere alle gare più speditamente".

Sul reddito di cittadinanza il premier afferma: "Capisco che sul reddito di cittadinanza ci possano essere valutazioni opposte ma tengo a precisare che il reddito di cittadinanza non sarà concepito come una misura assistenziale, lo abbiamo concepito come un sostegno per il reinserimento lavorativo. Cercheremo di progettare questa misura in modo molto oculato, in modo molto articolato". E sulla Buona Scuola: "Noi non arriviamo per stravolgere", dice Conte. "Questo vale anche per la buona scuola. Ci sono delle criticità su cui intendiamo intervenire".

Avrà "un sistema di aliquote, per recuperare in qualche modo i criteri di progressività" come previsto dalla Costituzione, e "la no tax area". Così Conte. "Credo che possiamo essere tutti d'accordo" sul fatto che "il sistema fiscale tributario oggi in Italia lascia molto a desiderare. C'è da operare una riforma" e "confidiamo quanto prima di portare un progetto", sottolinea il presidente del Consiglio.

Per Conte, il tema principale è quello della diseguaglianza e della dignità della persona: "Oggi chi può permettersi delle difese articolate riesce a difendere le proprie ragioni. Basta considerare le statistiche. Ci sono dei margini di intervento che riguardano anche i detenuti che non devono vivere al di sotto della dignità", ha spiegato. "Tutti i cittadini devono essere trattati allo stesso modo. Il sistema deve essere certo e dobbiamo attrarre gli investitori stranieri".

Il premier Giuseppe Conte accenna al conflitto di interessi, si alzano dei mormorii nell'aula di Montecitorio e il presidente del Consiglio replica: "Voi che protestate è evidente che avete i vostri conflitti di interessi". Scoppia un boato tra i banchi del Pd. Insorgono, tra gli altri Graziano Delrio, Ivan Scalfarotto, Emanuele Fiano, Luigi Marattin. Il presidente Roberto Fico richiama all'ordine.

Il premier affronta anche il tema del risparmio e delle banche. "Qualcuno dice che non ci interessa il problema bancario. A parte che ho incontrato associazioni di risparmiatori,  ma ci interessa più il problema di sistema, stiamo valutando se sia opportuno distinguere tra banche di credito e banche di investimento".

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