Governo, telefonata Di Maio-Zingaretti. Muro contro muro sul nome di Conte
Il M5S conferma compatto il premier e i renziani aprono
“Nessun confronto è possibile davanti ai veti, come quello che continua ad arrivare sul premier Giuseppe Conte. Se non si sciolgono i veti e non otteniamo le garanzie adeguate per il Paese diventa tutto molto difficile”. Dopo la telefonata fra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, fonti del M5S tengono il punto nella trattativa tra Pd e M5s per provare a costruire un governo giallo-rosso. “Per il Movimento la lealtà a Giuseppe Conte non si discute, a lui riconosciamo le grandissime capacità dimostrate da premier, dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche, significa indebolire il Paese. Non vorremmo che fosse una scusa per tornare al voto. In tal caso Zingaretti e i suoi devono essere chiari”.
Nella telefonata, il premier Dem, secondo fonti della segreteria, aveva ribadito il suo no a Conte per l'esigenza di "discontinuità" che aveva già spiegato al leader cinquestelle. Il segretario del Nazareno avrebbe inoltre espresso "malessere" per gli "ultimatum" da parte del M5s, assicurando tuttavia che "si lavora comunque a una soluzione". Una soluzione che per i renziani può passare anche per "un via libera a Conte per formare un esecutivo di svolta sui contenuti e sulla compagine ministeriale".
Dopo le indiscrezioni che in mattinata tiravano in ballo "l'ipotesi Fico premier", i vertici del Movimento 5 Stelle hanno hanno spiegato ad Affaritaliani.it che l'opzione "non è mai stata sul tavolo". Fonti che hanno confermato dunque quanto trapelato subito dopo da Montecitorio e cioè che "Roberto Fico ricopre l'incarico di presidente della Camera dei deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo". Anche il fondatore e garante del M5S Beppe Grillo, come aveva già fatto due giorni fa, ha rilanciato il premier in un nuovo post sul suo blog: "Saluto con grande piacere il Professor Giuseppe Conte - si legge - lo abbiamo visto attraversare una foresta di dubbi e preoccupazioni maldestre, faziose e manierate, che ha saputo superare grazie a dei requisiti fondamentali per la carica che e' destinato a ricoprire: la tenuta psicologica e l'eleganza nei modi...'. Così scrivevo a proposito del nostro Presidente del Consiglio, a maggio del 2018 e questo è il mio pensiero a distanza di un anno".
Il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico
E' caduta così nel vuoto l'offerta di Nicola Zingaretti di puntare sul presidente della Camera per sbloccare la trattativa tra M5S e Partito Democratico.
Si è tornati dunque al punto di partenza. Intanto, sempre dal fronte pentastellato, hanno fattoo notare come la porta per la Lega sia ancora aperta.
Resta sul tavolo dunque l'offerta di Matteo Salvini di Di Maio premier per rilanciare il governo giallo-blu. Altrimenti l'unica strada, considerando che il Presidente Sergio Mattarella ha imposto tempi strettissimi, restano le elezioni politiche anticipate, probabilmente a fine ottobre.
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