Politica

Taormina: "A Bergamo pandemia colposa. Denunciai a marzo Conte e ministri"

di Antonio Amorosi

Il governo verrà ascoltato per la gestione del Coronavirus nelle aree di Nembro e Alzano. L’avv. Taormina aveva sollevato il caso. Ecco perché. Intervista

I pm sentono Conte, Lamorgese e Speranza. Taormina li aveva denunciati a marzo

Carlo Taormina, avvocato, giurista ed ex sottosegretario all’Interno ha denunciato il Governo italiano per pandemia colposa

 

Conte, Speranza, Lamorgese verranno sentiti dai pm per la mancata chiusura delle zone rosse tra Alzano e Nembro. Sono stati sentiti anche i vertici della Regione Lombardia. Lei su questo tema ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, giusto?

"Si, ho presentato una denuncia alla Procura di Roma con la quale sollevavo un interrogativo sulle modalità utilizzate per affrontare il Coronavirus. La mia denunzia è stata supportata da documenti che provenivano dal ministero della Sanità. Il punto centrale è l'aver ritardato di 40 giorni l'intervento drastico che poi abbiamo avuto il 9 marzo. Ed è stato quello il periodo in cui si sono accatastati i contagi e i morti, sopratutto nelle zone della Lombardia che ben conosciamo. Nella denunzia avevo fatto specificamente presente anche il problema della mancata istituzione delle zone rosse per Lodi, Nembro e Alzano Lombardo e aree limitrofe. Avevo sollevato questo tema ponendo l'accento su quelle che io ritengo omissioni governative. Avevo anche indicato i consulenti tecnici per sapere se questa condotta fosse stata indirizzata da loro o se si trattasse solo di una scelta di tipo politico".

 

Rispetto a un quadro di novità e incertezza in cui tutti i Paesi del mondo si sono mossi in modo contraddittorio, chiudendo tutto o aprendo tutto a seconda del momento, cosa c’è di diverso, cosa si può imputare a chi ha preso decisioni in Italia?

"Guardi, le responsabilità del governo italiano sono assolutamente chiare perché fin dall'inizio del mese di gennaio e anzi anche qualche giorno prima, nel mese di dicembre, il ministero della Salute era a conoscenza esattamente di tutto: che si trattava di un Coronavirus, che quel Coronavirus comportava polmoniti interstiziali e poteva determinare la morte, perché su 44 casi, i primi esaminati, 17 persone erano morte…"

 

Ma la difesa del governo è che questi casi di Coronavirus si erano verificati in Cina e quindi si supponeva che il virus, come in altri eventi simili, non sarebbero arrivato fin qui...

"Questo ragionamento è assolutamente sbagliato perché il virus stava girando per tutto il mondo. L’organizzazione mondiale della sanità aveva dichiarato lo stato di emergenza per motivi di salute. Lo stesso governo il 31 gennaio ha dichiarato lo stato d’ emergenza, fino al 31 luglio. Il governo doveva avere tutta la consapevolezza che la situazione stava diventando incandescente. In quei documenti, di cui era già in possesso il ministero della Salute, si parlava anche di un'epidemia che poteva evolvere in pandemia, per cui non c'è ombra di dubbio che c'è un problema. Quello che voglio mettere in luce è che non ho soltanto fatto una denunzia alla Procura di Roma ma ho anche elencato la casistica di persone decedute che mi perveniva da tutta Italia e in particolare di persone decedute nella zona lombarda. Tutto questo materiale io l'ho consegnato alla Procura di Roma. Secondo la mia valutazione il governo è responsabile di un cattiva gestione, forse anche di più perché rispetto a quanto già si sapeva qui ci muoviamo sul filo del dolo eventuale. Questo aspetto dovrà essere giuridicamente preso in considerazione".

 

Può esserci un'ipotesi del genere in un quadro così imprevisto? Molti fattori in campo erano completamente nuovi rispetto al passato...

"Io valuto gli elementi documentali che non mi parlano di qualcosa di imprevisto. Mi parlano sempre e soltanto di una situazione ingravescente, dai primi di gennaio al 31 gennaio".

 

Quindi, se ho capito bene, secondo lei è stata gravemente sottovalutata la situazione?

"Ma la sottovalutazione ha un nome giuridico preciso. È una colpevolezza. Non è che si può parlare di sottovalutazione e dire che si è trattato di una leggerezza più di tanto. A parte che anche le leggerezze sono importanti. Qui si è trattato di avere chiara la situazione di quello che si doveva fare e non si è fatto. Parliamo di un quadro nazionale e di un quadro locale mentre gli effetti nefasti si stavano manifestando in tutt'Italia, da nord a sud".

 

Si discute molto se la chiusura dei comuni bergamaschi più colpiti doveva essere fatta dal governo oppure dalla Regione Lombardia. Lei ha sollevato anche questo tema?

"Ho sollevato anche questo tema sia per quanto riguarda le varie zone rosse, comprese Nembro e Alzano Lombardo sia per quanto riguarda le Rsa. Su questi temi l'assessore Gallera della Regione Lombardia ha precisato come sono andate le cose. Le zone rosse istituzionalmente le può imporre solo il governo. Soltanto in situazioni eccezionali è possibile che le Regioni, per un periodo ristretto, le impongano. Il governo aveva assicurato alla Regione Lombardia che avrebbe istituito la zona rossa e anzi addirittura aveva mandato in zona un numero rilevante di appartenenti all'esercito perché potessero gestire la situazione, se non che hanno mandato l'esercito in Lombardia ma si sono dimenticati di istituire le zone rosse specifiche".

 

Lei si riferisce principalmente ai due comuni bergamaschi?

"Sì esatto, quei comuni e le zone limitrofe. La Lombardia interpella il governo per dire ‘scusate ma questa zona rossa la fate o non la fate?’ È stato assicurato loro che il governo avrebbe istituito la zona rossa ma poi abbiamo visto come è andata".

 

E lei come le ha apprese queste notizie?

"Che l'istituzione delle zone rosse debba essere fatto dal governo lo prevede la legge...". 

 

Si ma la difesa del governo è che anche altre regioni hanno istituito zone rosse...

"Per quel che so il rapporto istituzionale governo-Regione Lombardia si è svolto come ho raccontato".

 

Quindi ci sarebbero stati degli scambi istituzionali ben precisi fra i due enti, a lei risulta così? 

"Certo, c’è stata una rassicurazione del governo alla regione Lombardia".

 

Altre Regioni hanno istituito autonomamente zone rosse ma per i fatti a cui si riferisce parliamo di un periodo antecedente...

"In via eccezionale e per periodi limitatissimi le Regioni possono creare delle zone rosse. La Lombardia voleva creare una zona rossa, ha interpellato il governo in un momento in cui andavano tutti d'accordo e il governo ha detto che se ne sarebbero occupati loro. Così quelli della Regione si sono fermati. Il governo manda l'esercito che preludeva all'istituzione della zona rossa e invece l'hanno istituita con molto ritardo. Questa è la dinamica dei fatti".

 

Da più di un mese girano strane voci: una nuova stagione giudiziaria potrebbe abbattersi sull'Italia. Le risultano fatti del genere?

"A me risulta uno scenario di speculazione economica dopo quanto accaduto. Parliamo di mascherine, parliamo soprattutto di forniture, respiratori e di tutto ciò che era collegato alla terapia intensiva, a cominciare dal Lazio. Non soltanto mi risulta ma le posso dire che sto trattando non pochi casi. Riguarda molteplici settori di forniture".