Politica

Ilaria Salis e la nuova rivoluzione sociale: l’abusivismo legalizzato

L'illegalità non è mai legittima, nemmeno se camuffata da buone intenzioni

di Claudia Conte

Ilaria Salis e la nuova rivoluzione sociale: l’abusivismo legalizzato

Ogni tanto emergono dichiarazioni che più che illuminare, gettano un’ombra inquietante sulla nostra capacità di pensare razionalmente. È il caso di Ilaria Salis, nuova stella del firmamento della nostra politica, che – in suo post - ha affermato con sicurezza: “Chi entra in un alloggio occupato prende senza togliere a nessuno. Ed è un’azione legittima, anche se in base alle leggi attuali è illegale”.

Con queste parole – che probabilmente non troveranno posto nei libri di storia - la Salis non solo sottovaluta il valore della legalità, ma sembra anche promuovere una visione distorta della giustizia sociale. Dopotutto, ammettiamolo, chi non ha mai sognato di vivere gratis? Chi non vorrebbe dimenticare il peso delle bollette, dell'affitto e magari anche delle tasse?

Innanzitutto, è doveroso ribadire un concetto fondamentale: l’illegalità non è mai legittima, nemmeno se camuffata da buone intenzioni. L’idea che chi occupa un alloggio senza titolo non stia "togliendo a nessuno" è, a dir poco, infondata. Un alloggio, anche se vuoto, appartiene a qualcuno: o a un privato, o a una pubblica amministrazione che lo destina a un fine preciso.

Quindi, che si tratti di un appartamento privato o di un immobile pubblico, l’occupante sta comunque sottraendo quel bene a chi ne avrebbe diritto. E la logica della Salis ignora totalmente questa realtà.

Il suo pensiero, inoltre, ci porta a pensare che vivere in una casa abusiva sia un atto di coraggio, proprio come una sfida all’autorità dello Stato. Dopo tutto, se il sistema è ingiusto, perché non rispondere con la stessa moneta?

Purtroppo, è esattamente questa la mentalità che minaccia il sistema democratico e giuridico di uno Stato. La legge esiste per tutelare i diritti di tutti, e non possiamo permetterci di relativizzare la legalità in nome di una presunta “giustizia sociale”. Se una persona non è d’accordo con le leggi, può cercare di cambiarle nel contesto democratico, non aggirarle per propri interessi. Proprio come dovrebbe fare un vero politico.

C’è anche un altro aspetto che la Salis sembra ignorare: le persone che si trovano in situazioni di difficoltà abitativa devono essere aiutate con soluzioni concrete e legali, non incentivando comportamenti che minano la stabilità sociale. Non possiamo permetterci di passare il messaggio che l’illegalità sia la strada giusta per ottenere ciò che non si ha, e lei dovrebbe proporsi come una guida per risolvere i problemi reali, non come un’apologia dell’azione illegale.

Il suo pensiero aprirebbe a una nuova era, in cui l'anarchia delle regole diventa un principio di giustizia sociale, dove le leggi sono un optional e le case, beh, sono un diritto di tutti, anche senza passare dal notaio. Purtroppo, i problemi non si risolvono con i trucchi da prestigiatori, o da visionari “del tutto gratis”, ma con soluzioni concrete e fattibili.