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Politica
Irrompe l’ipotesi lista Conte. Marcucci (Pd): “Toglie voti anche a noi”

In attesa di capire quale piega prenderà la verifica di governo e, quindi, se le intenzioni bellicose di Matteo Renzi condurranno o meno alla crisi, ha ricominciato a guadagnare quota l’ipotesi di una eventuale lista o partito del premier Giuseppe Conte. Una possibilità che non ha escluso affatto uno dei massimi pensatori democratici come Goffredo Bettini: “Sarebbe comprensibile che la forza che ha nel Paese si trasformasse in un soggetto politico”, ha detto in una intervista di ieri a La Stampa. Scenario, quest’ultimo, però, rispetto al quale si è subito acceso il semaforo rosso di Andrea Romano, deputato dem e portavoce di Base riformista che ha messo in guardia rispetto ai voti che una formazione guidata dal presidente del Consiglio finirebbe col sottrarre al Pd. Una considerazione lapalissiana, a sentire Andrea Marcucci. Il presidente dei senatori del Partito democratico, intervistato da Affaritaliani.it, ha infatti sottolineato: “È evidente a tutti che una eventuale lista Conte sarebbe da considerare concorrenziale a quella del Pd, come a quella del M5s”. Non senza far notare però che “stiamo andando verso un sistema elettorale proporzionale, che non prevede coalizioni preventive”.

Presidente Marcucci, partiamo da questa verifica che pare senza sbocchi. Renzi sembra sempre più convinto che l’esperienza del Conte due sia al capolinea. Come finirà secondo lei?
Intanto proprio oggi, nelle prossime ore, i partiti di maggioranza consegneranno al presidente Conte le proprie valutazioni sul Recovery Plan. Poi, come è noto, ci sono altre questioni aperte da approfondire e da risolvere. L’obiettivo è quello di raggiungere un clima di concordia e di condivisione che ci consenta di arrivare alla fine della legislatura. Abbiamo davanti sfide colossali, le risorse europee da gestire ed il piano dei vaccini da garantire a tutti gli italiani. Non possiamo sbagliare un colpo.

Intanto, il suo collega di partito, Andrea Romano, ha messo in guardia rispetto all’ipotesi di un partito Conte. Uno scenario cui ha fatto cenno esplicitamente Goffredo Bettini. Pensa anche lei che se si realizzasse toglierebbe voti al Pd?
Non sono solito commentare scenari futuribili. È evidente comunque a tutti che una eventuale lista Conte sarebbe da considerare concorrenziale a quella del Pd, come a quella del M5s. Le faccio notare, però, che stiamo andando verso un sistema elettorale proporzionale, che non prevede coalizioni preventive.

Fa un errore di calcolo Bettini, tuttavia, nell’immaginare una lista Conte che si sommerebbe a Pd ed M5s senza sottrarre consensi a entrambe le formazioni?
Le ho già detto che con il proporzionale, ogni lista sarebbe concorrenziale rispetto ad un’altra. Ed inevitabilmente un partito del presidente del Consiglio andrebbe a pescare voti nel bacino degli altri.

Anche un Giuseppe Conte alla guida del M5s, però, non gioverebbe al Pd. Potrebbe uscirne rafforzato il Movimento e si invertirebbero gli attuali rapporti di forza tra i due partiti, non le pare?
Il presidente del Consiglio gode, come tutti gli altri, della libertà politica di azione ed iniziativa. Non è certo possibile chiedergli di non presentarsi alle prossime elezioni politiche del 2023 in nessun modo. Conte farà quello che crede, in scienza e coscienza.

In caso di crisi, vede anche lei solo le urne?  E, se sì, con quale schema? Sarà ancora possibile lavorare su una coalizione di centrosinistra con Pd ed M5s alleati?
Le elezioni politiche si svolgeranno nel 2023. Se riusciremo, come dobbiamo, ad approvare una legge proporzionale, non ci saranno coalizioni.

 

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