Ius solo Pd crollo al 15%. Ecco perché biotestamento sì e ius soli no
Pd alleanza con Pisapia e Bonino, sfuma l'asse M5S-Grasso
La decisione del Pd di accelerare sul biotestamento e di mettere lo ius soli in fondo al calendario, di fatto rinviandolo a dopo il voto, si spiega con le trattative politiche di Renzi e Fassino alla ricerca di un'alleanza elettorale. Persa la sinistra bersaniana ormai lanciata verso le urne con Pietro Grasso leader di Liberi e Uguali, non ha più senso insistere sulla legge che concede la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. Tra l'altro, spiegano a microfono spento parlamentari dem, Renzi vede come fumo negli occhi lo ius soli che, se approvato in via definitiva, potrebbe far scendere il Pd ben sotto il 20% e, secondo alcuni, addirittura al 15%.
Il biotestamento, invece, serve per chiudere l'accordo almeno con Campo Progressista di Giuliano Pisapia e con gli europeisti di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. Il tutto in attesa di capire che cosa accade in Alternativa Popolare alle prese con lacerazioni forti proprio sul tema delle alleanze (clicca qui per leggere cosa sta succedendo tra gli alfaniani). Per quanto riguarda la presidente della Camera Laura Boldrini fonti qualificate di Articolo 1-Mdp spiegano che la terza carica dello Stato non ha ancora preso una decisione e resta quindi in bilico tra Liberi e Uguali e Campo Progressista dell'ex sindaco di Milano. La Boldrini attende l'ok definitivo del Parlamento alla Legge di Bilancio, previsto entro Natale, e al momento rumor di Palazzo la danno al 60% con Grasso e al 40% con Pisapia-Renzi.
Pare sfumare invece la candidatura in Liberi e Uguali di Susanna Camusso, segretario della Cgil che sarà comunque in campo in campagna elettorale al fianco di Grasso. Quanto all'ipotesi circolata nelle ultime ore di un'intesa tra Liberi e Uguali e il Movimento 5 Stelle, da Articolo 1-Mdp bollano lo scenario come "irrealistico" anche perché, salvo colpi di scena nelle urne, i numeri non consentirebbero una maggioranza in Parlamento. I bersaniani affermano di essere "l'argine contro l'inciucio Pd-Forza Italia" (da qui il richiamo al 'vero voto utile' fatto da Grasso domenica scorsa) e sottolineano come il M5S dopo il voto, semmai, possa "cercare un'intesa su pochi punti con la Lega e forse con Fratelli d'Italia". E l'asse 'populista', stando ai sondaggi, è la soluzione più forte almeno numericamente.