Politica
La 7 dovrebbe pagare i diritti SIAE a Salvini

La battuta più azzeccata sulle mitragliate, esplose da “la 7”, contro Matteo Salvini, durante la intensa campagna della Lega per espugnare la rossa Emilia-Romagna, l’ha vergata Gianni de Felice, già condirettore della “Gazzetta dello Sport” : “Urbano Cairo dovrebbe pagare i diritti SIAE a Salvini, che gli fornisce 8 ore di programmazione al giorno!”.
Nella serata di martedì, Matteo non si è presentato davanti al plotone di esecuzione, reclutato, a “Di martedì”, da Giovannino Floris, che non nega la simpatia per il “rosso antico” Pigi Bersani.E il conduttore ha condannato Salvini, senza consentirgli di spiegare le ragioni del suo blitz, per aver citofonato, accompagnato da una signora spaventata, alla casa di un tunisino, a Bologna, e avergli chiesto se fosse uno spacciatore. Non una parola sull'insicurezza dei cittadini, anche di ex elettori del PD, nelle periferie del capoluogo emiliano.
L’ex ministro dell’Interno ha preferito accettare l’invito, su Rai 3, della marchesa Bianca Berlinguer, de’sinistra ma meno faziosa della livorosa Gruber, che Pansa definiva “giornalista dimezzata” : prima la fedeltà al partito, poi il rispetto dei telespettatori. Salvini non è Silvio Pellico, scrittore, poeta e patriota, noto soprattutto come autore de “Le mie prigioni”. Ma neppure “Lilli la rossa”può essere accostata a una fuoriclasse del giornalismo, come Oriana Fallaci, che Vittorio Feltri, il più caro amico della grande penna toscana, convinse a vergare i suoi formidabili articoli per “Libero”. E che proprio il leader milanese, odiato dall’ex europarlamentare prodiana, ha ricordato, a Pontida, e di cui non ha archiviato i tanti insegnamenti e moniti.
Quanto a Gianrico Carofiglio-che a “Otto e mezzo” fa da spalla, anzi da palo, alla conduttrice- nè l’ex magistrato, pugliese come Giuseppi Conte, nè i capataz, pro-tempore, del PD, hanno capito che la sua avversione, astiosa e senza se e senza ma, al successore, al Viminale, di Minniti, si rivelerà, alla lunga, un boomerang per la sinistra. Come le infuocate requisitorie anti-Berlusconi, nelle aule dei tribunali e negli studi tv di Michele “Sant’oro”, urlate dall’allora magistrato palermitano, il barbuto Antonio Ingroia, poi trombato dagli elettori, nella sua breve avventura politica.
Il cruccio del mesto Carofiglio? Sono due : il dolore, quasi fisico, per l'ascesa di Salvini, che verrà confermata domenica dai risultati a Bologna e a Reggio Calabria, e la manifesta inferiorità dei suoi libri rispetto a quelli di due grandi scrittori di gialli : Giorgio Scerbanenco e Andrea Camilleri. Anche le emittenti radiofoniche si sono sintonizzate sulla linea dell' aggressione, violenta, al Carroccio. La performance peggiore l’ha offerta l’attore e scrittore Fabio Volo, che è passato, direttamente, su radio Deejay, agli insulti :
“Salvini, vai a citofonare ai camorristi se hai le palle, str***o senza palle !». Fortunatamente, a mezzanotte di domani, la campagna elettorale, più una guerra al nemico che un dibattito civile, si concluderà e domenica, nelle cabine, le schede andranno agli elettori. Nelle prossime settimane, qualche riflessione sull'informazione politica, in primis nei talk tv, occorrerà farla. Ad esempio, sull’eccessivo risalto mediatico, dato anche dai giornaloni e dai Tg, alle Sardine, ossequiate come i protagonisti, freschi e originali (?), di una nuova e originale narrazione politica. Quasi del tutto oscurato il loro primo obiettivo : sostituirsi al PD, in caduta libera, nell’opposizione al “nemico” Salvini.
E qualche risultato, seppur parziale, questi studenti fuoricorso, raccontati ieri da Farina, l’hanno raggiunto. Martedì scorso, lo share di una Sardina, da Floris, seppure di misura, ha prevalso su quello dell’intervista del successore di Bossi alla Berlinguer. Matteo-che ieri, a Catanzaro, è apparso molto rilassato e ottimista- parafrasando Pietro Nenni, potrebbe osservare : “Ascolti elevati, urne vuote...”.