Lega nel caos, l'analisi: ecco perché Bossi contesta la leadership di Salvini
Lega Nord: Bossi contro Salvini
Fermento e movimento nella Lega Nord in seguito alla decisione di Berlusconi di designare come "federatore" del centro - destra Stefano Parisi, recentemente sconfitto di misura alle comunali di Milano (ed anche l' ex delfino Giovanni Toti non l'ha presa bene soprattutto dopo il tanto impegno profuso e le fatiche governative in Liguria)
Questa mossa ha colto però di sorpresa Salvini non perché non se l'aspettasse (che era nell'aria da tempo) o non l'avesse preventivata, ma perché è stata subito utilizzata nel suo stesso partito contro di lui e proprio dal fondatore, il senatur Umberto Bossi che in una recentissima dichiarazione fa notare all' "altro Matteo" che se avesse preso voti a Roma la sua strategia di espansione a sud con "Noi con Salvini" avrebbe avuto un senso ma avendo fallito in questo compito non solo deve mettere da parte lo sbarco nella Capitale (in un primo tempo affidata al senatore Raffaele Volpi con risultati sconfortanti), ma fare anche un passo indietro nella lega Nord, dove è accusato di aver "tradito" i temi fondanti del movimento come il federalismo.
Bossi dunque non ha perso l'occasione di dare il suo appoggio a Parisi e quindi a Berlusconi, che ancora considera un valido alleato mentre Maroni e Zaia affilano i coltelli per un rendiconto nel partito.
Bossi, come spesso ha fatto notare Affari in precedenti articoli, rimprovera a Salvini di aver "tergiversato" quando era il momento di intraprendere su Roma azioni ficcanti e coordinate e quindi di aver perso il "momento giusto" permettendo ai nemici e cioè al Pd e ai Cinque Stelle di organizzarsi al meglio.
I rapporti politici e umani tra segretario e presidente onorario del Carroccio non sono, come noto, idilliaci; infatti Bossi ha rafforzato la dose dicendo di non ritenere comunque il suo segretario candidabile alla guida del centro - destra proprio per l'attendismo che ha caratterizzato il suo ultimo agire.