Politica
Lega, campagna anti-Meloni per "rubare" voti a FdI. Il piano di Salvini
Il 3 dicembre Salvini riunisce le destre europee a Firenze
Da Salvini appello all'unità di tutto il Centrodestra in Europa (impossibile) per mettere in imbarazzo Meloni che si avvicina a Ursula e al Pse
Domenica 3 dicembre 2023, Firenze. Un giorno da segnare sul calendario perché potrebbe cambiare le sorti del Centrodestra e, forse, addirittura del governo. Matteo Salvini sta organizzando nel capoluogo toscano un grande evento delle destre europee con tutti i leader dei partiti di Identità e Democrazia, il gruppo guidato proprio dal Carroccio con Marco Zanni all'Europarlamento. Presente, ovviamente, Marine Le Pen, già osannata a metà settembre sul "sacro prato" di Pontida. Quasi certamente ci sarà anche Alice Elisabeth Weidel, co-presidente di Afd, il partito di destra tedesco che alle ultime Regionali in Baviera e in Assia ha ottenuto un ottimo risultato.
La strategia di Salvini è chiarissima: lanciare la campagna elettorale in vista del voto del 9 giugno 2024 chiedendo alle forze politiche italiane ed europee di Centrodestra di unirsi per mandare all'opposizione le sinistre del Pd e dell'Spd del cancelliere Olaf Scholz. Formalmente non fa una piega e il modello sarà proprio il governo Meloni, che mette insieme tre partiti che in Europa si collocano in tre differenti gruppi. Un appello all'unità per cambiare radicalmente l'Unione, sia sui migranti sia sull'economia sia sui rapporti con le potenze internazionali come Stati Uniti, Russia e Cina. Ma il vicepremier leghista sa perfettamente che Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha già detto e stradetto mille volte che il Ppe non farà mai alleanze con le destre ("Afd mi fa schifo", ha ribadito più volte il titolare della Farnesina).
Ma l'obiettivo di Salvini non è tanto Tajani quanto Giorgia Meloni. Con la sconfitta dei sovranisti in Polonia, alleati di Fratelli d'Italia nel gruppo ECR (Conservatori e Riformisti), la presidente del Consiglio si sta inevitabilmente avvicinando al Ppe. Meloni, per non restare fuori dai giochi e dal potere di Bruxelles, molto probabilmente sarà costretta ad appoggiare l'unica soluzione che al momento sembra possibile dopo le elezioni europee ovvero una riedizione della maggioranza Ursula (o con la stessa Von der Leyen presidente della Commissione o con Roberta Metsola) con dentro, oltre al Ppe, anche Pse e i liberali di Emmanuel Macron.
D'altronde la premier, con tutte le partite in campo - dalla riforma del Patto di Stabilità fino al Pnrr e alla questione dell'immigrazione - non può certo permettersi di restare all'opposizione nel governo dell'Ue essendo premier in Italia. Salvini lo sa perfettamente e per questo, con grande abilità politica, riunisce le destre europee a Firenze il 3 dicembre per lanciare un appello all'unità del Centrodestra, sapendo che questa unità è impossibile e per mettere in imbarazzo Meloni e i vertici di Fratelli d'Italia. Tutto ciò servirà alla Lega per giocare la carta della coerenza, mai con la sinistra, in campagna elettorale in primavera, proprio quella carta che Meloni utilizzò per diventare primo partito alle elezioni politiche del settembre 2022 essendo rimasta fuori dall'esecutivo guidato da Mario Draghi. Tanto il leader leghista sa che restando con Le Pen e Afd non governerà a Bruxelles, tanto vale giocare questa carta. Una mossa che potrebbe in prospettiva far risalire la Lega sottraendo consensi a FdI, soprattutto quando si capirà che la premier sarà costretta all'alleanza con le sinistre europee (da sempre osteggiata).