Politica
Legge elettorale, Renzi non vuole il proporzionale puro alla tedesca
Legge elettorale con correttivi maggioritari, asse con i 5 Stelle. Così il Pd avrà tre strade dopo il voto
Siamo proprio sicuri che ormai si va verso il sistema proporzionale alla tedesca tout court? Vero che c'è stato l'ok a larghissima maggioranza degli iscritti del M5S e quindi, in teoria, in Parlamento non dovrebbe essere complicato arrivare al varo della riforma. Ma tanto i grillini quanto il Pd, soprattutto i renziani doc, intendono introdurre nella nuova legge elettorale dei "correttivi maggioritari", come ha scritto Beppe Grillo sul suo post commentando l'esito della votazione tra gli attivisti.
E' evidente che Silvio Berlusconi vorrebbe il proporzionale puro per "avere le mani libere" dopo le elezioni - così afferma un deputato di Forza Italia - e far valere il suo eventuale 10-12% trattando prima di tutto con i Democratici. Renzi, però, non è affatto convinto dello schema dell'ex Cavaliere e l'idea che il 27% dei voti (numero puramente ipotetico) corrisponda esattamente al 27% di seggi alla Camera e al Senato non lo convince affatto.
Ed ecco che già si parla di un asse Pd-M5S, al quale potrebbe aggiungersi la Lega, per fare in modo che la legge preveda, anche senza premio come nel caso dell'Italicum, correttivi maggioritari impliciti che consentano ai partiti più grandi di avere un numero di seggi superiore di circa il 10% rispetto alla percentuale raccolta nelle urne. In questo modo Renzi, è che è convinto di superare ampiamente il 30%, potrebbe in teoria scegliere dopo il voto tra tre strade: un'alleanza con i centristi (Alfano & C.), sempre se riuscissero a superare lo sbarramento del 5%, un'intesa con la sinistra radicale, se davvero troverà l'intesa per presentarsi unita e sarà in grado di entrare in Parlamento, e, solo come ultima strada, il governissimo con Forza Italia.
Non bisogna trascurare il fatto che tutta la fetta di ulivisti prodiani nel Pd è nettamente contraria al proporzionale puro, come ha affermato l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea. Non solo, anche il Quirinale, preoccupato per un'eccessiva frammentazione e uno scenario di ingovernabilità (come ha evidenziato Affari qualora passasse il tedesco puro, leggi qui), spinge per l'inserimento di correttivi maggioritari nella riforma elettorale che comunque resta di base proporzionale.