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Letta alza la posta e chiede il Quirinale.Lui il dopo Mattarella del csx.Rumor

Segretario Pd: gli ex renziani, divisi, nicchiano. Zingaretti e i suoi pronti a lanciarlo comunque. Via libera di Bonaccini

Letta alza la posta e chiede il Quirinale.Lui il dopo Mattarella del csx. Rumor

Enrico Letta ormai ha deciso, ma si è preso ancora 48 ore per dire il definitivo sì alla proposta del Pd che lo vuole come prossimo segretario al posto del dimissionario Nicola Zingaretti. Anche se, oltre alle richieste già formulate di una condivisione generale del suo nome e di un mandato non da reggente ma forte e valido fino al 2023, spunta un'altra clausola non da poco. Enrico Letta - si legge sulla Verità - per accettare l'incarico avrebbe posto un'ulteriore condizione. L'ex premier chiede di essere lui, alla fine del mandato di Sergio Mattarella il prossimo gennaio, il candidato del centrosinistra per il Quirinale. Chiede inoltre, di non ritrovarsi, dopo aver fatto una scelta di vita tanto radicale, alla guida di un partito in guerra, pronto a impallinarlo alla prima curva. La maggioranza che nel parlamentino dem conta 774 delegati su circa millecento spinge decisa su Letta. Mentre gli ex renziani di Guerini e Lotti, che però sono appena 64 e quelli di Orfini soltanto 10, vorrebbero un reggente e un congresso entro la fine dell'anno.

Ma Zingaretti - si legge su Repubblica - è pronto a blindare l’ex premier e le minoranze a mettere in atto azioni di disturbo, che al Nazareno non esitano a definire "di sabotaggio". Così vengono lette sia la richiesta di un leader a tempo, sia le perplessità sul voto da remoto che non offrirebbe "sufficienti garanzie di sicurezza". Manovre che Zingaretti, Franceschini e Orlando intendono sventare a ogni costo. Con una mossa, decisa in un summit ristretto a tarda sera, per obbligare tutti a scoprire le carte: avanzare ufficialmente la candidatura di Letta per sapere chi ci sta e chi no. Senza altri tatticismi, né compromessi al ribasso. Scommettendo, anche, sulla spaccatura di Base riformista. Via libera da Bonaccini.