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Liste d'attesa, accordo dopo la lite. Salta il controllo statale. Dl in Aula

L'appuntamento con l'Aula è fissato a mercoledi' 17 alle ore 17

 

Salta il controllo diretto dello Stato sulle liste d'attesa e viene introdotto il Responsabile unico delle regioni per l'assistenza sanitaria. E' il compromesso sull'articolo 2 del decreto liste d'attesa che ricompone, almeno in parte, le distanze fra governo e regioni e che spegne gli animi all'interno della maggioranza. Era stato, in particolare, l'Osservatorio istituito in seno al ministero della Salute a provocare la rivolta dei governatori e ad alimentare i dubbi all'interno della Lega. Dubbi che, in mattinata, hanno portato a un rinvio della seduta dell'Aula di Palazzo Madama. "Stiamo lavorando, penso andra' tutto bene. Dateci un po' di tempo", dice il ministro Orazio Schillaci mentre al Senato l'Aula si e' appena riunita.

Ma e' una 'falsa partenza' perche' poco dopo il presidente della commissione Affari Sociali, Francesco Zaffini, chiede di rinviare l'approdo in Aula del provvedimento. "Attualmente la Commissione", spiega Zaffini, "e' impegnata nella fase della trattazione degli emendamenti ed e' stata convocata anche ieri con la previsione di lavorare ad oltranza proprio con lo scopo di portare in Aula oggi il provvedimento. Mi riservo di modulare i lavori della Commissione da me presieduta la quale potra' presumibilmente consentire al relatore di riferire all'Aula nella giornata di domani". La richiesta passa quindi all'attenzione della conferenza dei capigruppo che stabilisce il nuovo calendario dei lavori.

L'appuntamento con l'Aula e' fissato a mercoledi' 17 alle ore 17. Il governo non porra' la fiducia e le opposizioni non faranno ostruzionismo. La risposta dei governatori non si e' fa attendere: "Apprezziamo questo passo indietro del governo che rispetta le prerogative costituzionali delle Regioni e che, quindi, evita una lacerazione dei rapporti istituzionali tra Stato e Regioni con tanto di possibile ricorso alla Corte Costituzionale", spiega all'AGI Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e assessore alla Sanita' dell'Emilia Romagna

Con il governo e' dunque stata raggiunta "una mediazione" richiesta dal presidente Fedriga a nome della Conferenza delle Regioni, spiega ancora Donini che, tuttavia, sottolinea: "Per molte Regioni permangono delle criticita' sull'efficacia di questo decreto per il fatto che non sono state assegnate risorse finanziarie aggiuntive per consentire un aumento delle prestazioni sanitarie specialistiche e diagnostiche. E per il fatto che sui temi dell'appropriatezza delle prestazioni e della riorganizzazione della medicina territoriale non via sia traccia nel decreto essendo presente questo tema solo nel disegno di legge".

Un aspetto, questo, sul quale si concentra anche il Partito Democratico, definendo il provvedimento "decreto fuffa" perche' "non viene previsto un euro" per l'abbattimento delle liste d'attesa. I dem ricordano di aver messo in campo la proposta di legge a prima firma Schlein che si propone, fra le altre cose, di portare gli investimenti per la sanita' pubblica alla media europea 7,4 per cento del Pil, un piano di assunzioni con lo sblocco del turn over e, in virtu' di questo, l'abbattimento delle liste d'attesa. Proposta bocciata in Aula alla Camera e su cui i partiti tornano a scontrarsi. "Ci vuole una buona dose di umorismo nel continuare ad asserire che questo governo non pensa alla salute dei cittadini, quando proprio il Pd per primo ha affossato la proposta di legge della sua segretaria, che oggi sguaina la spada e accusa il centrodestra", dice il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio, Tommaso Foti.

"E' agli atti che se i deputati dell'opposizione fossero stati tutti presenti al momento della votazione degli emendamenti presentati alla proposta Schlein - compresa quest'ultima che invece era assente al pari di circa la meta' del suo gruppo parlamentare - gli stessi sarebbero stati approvati. Ma cosi' non e' stato, ed e' un gran bene perche' la proposta Schelin era priva di idonea e dovuta, per Costituzione, copertura finanziaria", aggiunge il capogruppo. A rispondere e' il responsabile dell'Iniziativa politica del Pd, Marco Furfaro: "Foti, che continua a fare la lezioncina al Pd sulle coperture economiche della legge Schlein dovrebbe scusarsi pubblicamente e vergognarsi davanti alla sonora bocciatura del decreto che e' arrivata dalle regioni che hanno costretto il governo a riscrivere interamente diverse parti del decreto perche' del tutto prive delle adeguate risorse".






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