Politica

Draghi-Mattarella, un tandem che ha pedalato lontano dal cuore del Paese

Un Paese e i suoi eroi

Tralasciando il livello, non proprio ottimale, della nostra disoccupazione, ricordiamo il tanto strombazzato G20 straordinario sull'Afghanistan risoltosi in un imbarazzante fallimento. Pochi risultati e grande spettacolarità per il successivo summit sul clima, una vera caduta di status, invece, la risposta alle vuote accuse della Thunberg sul bla bla bla dei politici, Draghi: "A volte il bla bla è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di compiere azioni". 

 

Potremmo proseguire nell'evidenziare, delusioni, criticità e punti deboli del Presidente ma non vuole essere questo il nostro intendimento che, invece, vuole rimarcare la sostanziale crisi della politica e delle istituzioni, di cui il Governo Draghi è snodo ed emblema.

Con un Parlamento alla vigilia di una corposa ristrutturazione, che non rispecchia più nella sua composizione gli orientamenti dell'elettorato, che approva la legge di bilancio senza che la Commissione della Camera, a essa preposta, possa esprimere il proprio parere, siamo del tutto tranquilli perché abbiamo raggiunto gli obiettivi previsti dal pomposo PNRR, traguardo solo burocratico e formale. E ancor più tranquilli perché abbiamo scoperto la resilienza, termine rassicurante che indica la trasformazione delle crisi in opportunità che non converte, però, malinconia e depressione provocate dall'azzeccagarbugli parola. E ancora, considerando che abbiamo un sagace nonno al servizio delle Istituzioni, poco interessa se andiamo trasformando, silenziosamente, la nostra in Repubblica semipresidenziale.

Su questo terreno dobbiamo essere grati all'altro pedalante del tandem che, rifiutando una proroga al suo mandato, ci risparmia uno scivolamento verso una Monarchia-Presidenziale. La sua attenzione istituzionale, purtroppo, si ferma qui: solo un assordante silenzio sulla crisi della giustizia, che per il Presidente del CSM avrebbe dovuto essere di primaria preoccupazione. Molti interventi farciti di ovvietà e piattezza, tanto buonismo e tanta energia dedicata ad impedire elezioni anticipate, con il risultato di ritrovarci con un sistema politico, nel suo complesso, collassato.

Un tandem, che non amiamo, che ha pedalato lontano dal cuore del Paese, lontano dalle condizioni delle nostre carceri, dei nostri ospedali, delle nostre scuole, dal nostro malaffare, dalle case occupate abusivamente ai nostri vecchi, dalla loro sanità, in definitiva, dal nostro mal di vivere.

Il futuro? Al Presidente Mattarella, così come a Berlusconi e all'inconsistente Frattini, auguriamo sereni pensionamenti, per il Presidente Draghi auspichiamo che per serietà istituzionale, per coerenza personale e per dedizione agli interessi nazionali, voglia continuare nel lavoro di Palazzo Chigi, lavoro raccontato ma tutto da realizzare. Alla politica la resilienza per una scelta ponderata e accorta per il Quirinale: non abbiamo bisogno di nuovi e passeggeri eroi, ma di una religione che assicuri, tra l'altro, la nostra libertà di pensiero.

 

* Direttore Società Libera