Politica

Draghi-Mattarella, un tandem che ha pedalato lontano dal cuore del Paese

Un Paese e i suoi eroi

Sarà ancora così fra qualche tempo? La distintiva caratteristica dei concittadini, per il futuro, non gioca a favor loro. Ma ora, se non avessimo ferme convinzioni su cosa è una democrazia liberale, uno Stato di diritto, un sistema parlamentare, avremmo qualche difficoltà, in clima da Domenica delle Palme, a esprimere la nostra dissociazione.

"Spes unica imperii populi romani" (ultima speranza per l'autorità del popolo romano) così Tito Livio definiva il dittatore Cincinnato, ma troppa acqua è passata sotto i ponti del Tevere per indurci a osannare ultime speranze per il popolo italiano. Al Presidente del Consiglio riconosciamo il necessario cambio di marcia rispetto all'Erasmo da Foggia, suo predecessore, ma a indicarlo come leader dell'Europa e ancor più, è piaggeria.

In carica da metà febbraio '21 con lo spread a 90 punti base e i solerti commentatori che lo davano ormai vicino a quota 70, il 7 febbraio '22 il differenziale lo ritroviamo a 138,7. Nella conferenza stampa di fine anno il solito Pierino, giornalista dall'aria contrita, chiede se era preoccupato dalla risalita dell'indice: Draghi, con superiore intelligenza, precisa che i movimenti dello spread non sono controllabili da singole personalità, ma frutto di variabili internazionali. E allora, per l'informazione domestica, nel '21 come poteva scaturire quota 70 solo dall'arrivo del novello Cincinnato?

Il nostro Pil nel 2021 sale del 6,3%, siamo i primi in Europa, la Germania solo del 2,6%, sì ma l'informazione è monca, se non precisiamo che, nel '20 il Pil italiano ha perso l'8,9%, quello tedesco il 4,9%. Nel biennio, quindi, il nostro recupero è stato del -2,6 quello tedesco del -2,3.