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Politica
Europa e Ursula, la prima grave sconfitta di Meloni e di un’Italia ingrata e ingenua 
Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni

Meloni ha scelto di inseguire le sirene lepeniste

 

La fiumana di editoriali che hanno seguito la rielezione di Ursula von der Leyen a Presidente della Commissione con il no di Giorgia Meloni, sono la dimostrazione di una partita importante che non sarà senza conseguenze per l’Italia. Tralasciando i surreali dibattiti infarciti solo di tifo, va detto che Meloni, senza guardare troppo al futuro, avrebbe potuto almeno riconoscere quanto l’Europa (e in particolare la von der Leyen ) ha fatto per l’Italia, pensiamo ad esempio alla generosità di cui abbiamo beneficiato sul PNRR (che ricordiamolo è il principale asset che sostiene il PIL nazionale e lo tiene ancora lontano dallo zero virgola).

Sarebbe bastato questo per il via libera a Ursula von der Leyen, invece Meloni ha scelto di inseguire le sirene lepeniste. Meloni ha anche dimostrato una inaspettata ingenuità considerato che non abbiamo mai firmato il Mes (scelta egoista, quando basterebbe non usarlo ma lasciare ad altri invece l’eventuale possibilità di farne uso), che sui balneari e sui taxi siamo la barzelletta d’Europa, che sul prossimo piano di rientro nei parametri previsti nel nuovo patto di stabilità saremo sorvegliati speciali (con il più alto debito in Europa) e che, infine, la questione migratoria non è affatto risolta.

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Giorgia sembra essere tornata alla retorica più schietta proclamando che “siamo un Paese fondatore” e che “siamo il governo più stabile in Europa”, ci auguriamo che resti almeno saldamente atlantica in politica estera nonostante gli straripanti Orbán, Le Pen e Trump ma anche i tanti nanerottoli italici che pensano di aiutare l’Ucraina senza consentire l’uso di armi in territorio russo quando i russi sparano missili ogni giorno su obiettivi civili ucraini.

Non si illuda Meloni, da qui in avanti, di mantenere lo stesso peso specifico che ha avuto fino ad ora, stavolta ha sbagliato calcoli e strategia, prima perdendo la partita delle nomine di peso poi negando il voto alla von der Leyen. Questa si chiama politica, se si incassa una sconfitta serve rialzarsi e non, come pare stia facendo Meloni, puntare il dito contro chicchessia. 






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